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Autonomia differenziata: per la Cisl gli aspetti salariali dei contratti non devono essere regionalizzati

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Pur non facendo parte del Comitato promotore per la legge costituzionale di iniziativa popolare sulla modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione, la Cisl non è affatto d’accordo con il progetto delle forze di maggioranza di introdurre norme in materia di autonomia differenziata.
Per la CISL – rende noto il sindacato – il trasferimento di funzioni non deve in alcun modo sbilanciare l’erogazione dei servizi essenziali e compromettere la coesione sociale e l’unità del Paese, ma piuttosto rafforzarla”.
Da questa chiara affermazione di principio muovono le considerazioni che il sindacato ha svolto nell’audizione del 25 maggio scorso presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica.

Se non governato all’interno di un quadro complessivo di unità del Paese – afferma la CISL nella memoria depositata agli atti – il regionalismo spinto rischia di portare a giurisdizioni regionali che replicano il modello statuale (più piccole, ma altrettanto centraliste) e a regimi differenziati nel godimento dei diritti fondamentali e nell’erogazione delle relative prestazioni”.
Per quanto riguarda la scuola la posizione è ancora più netta; la Cisl, infatti, ritiene che “non debbano essere oggetto della legislazione regionale aspetti regolamentari, gestionali, e meno che mai salariali, che secondo la CISL devono essere regolamentati in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale. Per la CISL, infatti, il contratto collettivo di lavoro non può accettare derubricazioni regionaliste o territorialiste, e vanno scongiurate ipotesi che possano limitare il diritto universale all’istruzione”.

Per intanto nella Commissione Affari Costituzionali del Senato continua l’esame del disegno di legge Calderoli finalizzato a trasferire alle regioni aspetti importanti e significativi del governo del sistema scolastico.
Per il momento si va avanti con le audizioni, ma si prevede che prima della pausa estiva si entrerà nel merito dei contenuti della proposta che si presenta comunque molto complessa e articolata.
In ogni caso, va detto che il trasferimento delle competenze alle regioni non sarà immediato e automatico in quanto potrà realizzarsi solo su iniziativa della regione stessa.