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Bambini soldato, in Birmania ancora si può

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In Birmania continua l’orrore dell’arruolamento dei bambini strappati alla loro giovinezza per essere condotti a fare guerra. E questo nonostante il processo di riforme avviato di recente dal governo. La denuncia arriva da Child Soldiers International, organizzazione che ha sede a Londra e che lo scorso anno ha condotto tre missioni di indagine in Birmania e nella vicina Thailandia.
Lo scorso giugno, il governo birmano ha sottoscritto un piano con le Nazioni Unite per mettere fine al ricorso dei bambini soldato e da allora l’esercito ha liberato 42 bambini ma, secondo l’Ong, continua ad arruolarne, come fanno anche le forze dispiegate alla frontiera e i gruppi ribelli.
L’ong non ha saputo precisare il numero esatto dei bambini soldato; le Nazioni Unite avevano registrato, in un rapporto del 2011, 243 denunce di reclutamento di minorenni. Un dato ritenuto solo parziale da Child Soldiers International.

“Gli ufficiali militari e gli agenti addetti al reclutamento continuano a ricorrere all’intimidazione, alla coercizione e alla violenza fisica per avere nuove reclute, compresi i minorenni”, si legge nel rapporto di Child Soldiers International. I minori vengono arruolati anche da civili o dalla polizia all’uscita dalla scuola o nei quartieri ad alta densità di popolazione.