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Basta tamponi, preferisco stare senza stipendio: la battaglia civile del prof di Arte anti Green pass

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Sono casi isolati, certamente minoritari. Ma fanno molto “rumore”. Parliamo dei docenti che hanno deciso di farsi sospendere, perché in disaccordo con il Governo Draghi che ha imposto il Green pass tra tutti i lavoratori della scuola. Nell’ultimo giorno ha fatto clamore la notizia del docente della provincia di Cuneo, figlio di un partigiano, che ha svolto una lezione di Topografia all’aperto, davanti all’istituto scolastico, perché, ha detto “pare di essere tornati in quel periodo, quando per lavorare dovevi esibire la tessera fascista”.

Subito sostituito da un supplente

Poi, i mass media hanno focalizzato il caso di un altro insegnante: G.P., un docente di Arte nella scuola secondaria statale Signorelli di Orvieto, da martedì 28 settembre è stato sospeso ed è senza stipendio perché privo di Green pass. Anche a lui si addebita la mancata vaccinazione e presentazione del certificato verde, dopo che ha deciso di interrompere pure i tamponi necessari per ottenere il certificato.

L’istituto dove insegna ha avviato le procedure di sostituzione del docente per dare continuità didattica alle sette classi a cui è stato assegnato all’inizio dell’anno scolastico.

Nessuna battaglia giudiziaria

All’indomani della notifica del provvedimento, il professore ha detto che per ora non ricorrerà legalmente contro di esso.

“La mia è una battaglia civile e non giudiziaria – ha detto il prof umbro all’agenzia Ansa – . Ho messo in conto di perdere qualche mese di stipendio e sono pronto ad andare avanti”.

“La via giudiziaria – ha spiegato il professore di Arta – non è nelle mie corde, anche se in queste ore in tanti mi stanno scrivendo dicendomi che ci sono vari studi legali in Italia pronti a fornire assistenza gratuita per casi come il mio. Vedrò cosa fare, contatterò altri docenti nelle mie condizioni. Ma per ora mi tengo la sospensione”.

La speranza: norme più morbide

Il docente di Arte – 49 anni, due figlie – confida nel fatto che nelle prossime settimane la normativa sull’obbligo di Green pass “possa ammorbidirsi”.

“Penso – ha aggiunto – che qualcosa possa cambiare, che ci possa essere una risposta a livello sociale dopo il 15 ottobre. Nel frattempo mi autososterrò”.

La solidarietà, anche dai genitori

A confortare il prof umbro, in questi ultimi giorni, c’è stata anche la “solidarietà” che racconta di aver ricevuto da parte di “centinaia” di concittadini, tra i quali anche i genitori di alcuni studenti.

“Qualcosa si sta muovendo – prosegue -, so che ci sono gruppi Whatsapp in cui si ipotizzano azioni e iniziative in mio sostegno. Come ad esempio un incontro aperto alla città per avviare un dibattito, anche a livello scientifico, sul tema di vaccini e Green pass”.

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