Home Archivio storico 1998-2013 Riforme Bloccata la sperimentazione dei licei

Bloccata la sperimentazione dei licei

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Sui circa 1.750 licei solo 54 istituti statali o paritari, il 3% circa degli aventi diritto, sono quelli che avevano avanzato richiesta di avvio fin dal prossimo anno scolastico della sperimentazione.
"Le caratteristiche dei progetti ricevuti – dichiara Fioroni – non presentano elementi di innovazione tali da prefigurare in termini sperimentali la riforma. Sono invece innovazioni pienamente realizzabili nell’esercizio dell’autonomia scolastica (15 per cento del monte ore) e quindi negli ordinamenti vigenti. L’arricchimento dell’offerta formativa legata ai progetti già presentati potrà essere tranquillamente realizzata nell’ambito dell’autonomia scolastica già prevista”.
Inoltre sostiene ancora il nuovo Ministro dell’Istruzione, “laddove, poi, la sperimentazione comportasse la modifica della denominazione della scuola (ad esempio con l’istituzione di un liceo tecnologico o musicale) ci sarebbe al momento assoluta incertezza sul riconoscimento del titolo rilasciato al termine degli studi, con grave pregiudizio per il proseguimento del percorso formativo e lavorativo dei ragazzi".
A settembre pertanto gli studenti ritroveranno i soliti licei (classico, scientifico e sociopedagogico), i vecchi tecnici che Prodi vuole potenziare (commerciale, geometri, industriale, nautico, aeronautico, ecc) e i vecchi professionali (turistico, alberghiero, ecc).
"Per fortuna", conclude Fioroni, "si sospende un atto che non ha prodotto alcun effetto sulla scuola e sui ragazzi che, infatti, si sono già iscritti non ai corsi sperimentali ma agli ordinamenti vigenti".
Nella lettera inviata a Silvia Costa, assessore all’istruzione della Regione Lazio e responsabile per conto della Conferenza unificata Stato Regioni, della IX Commissione Istruzione, il Ministro afferma: “visti i ricorsi pendenti davanti al Tar del Lazio e alla Corte Costituzionale e sulla base del nuovo Titolo V della Costituzione, che affida proprio alle Regioni competenze specifiche in materia di istruzione, ritengo si debba tornare ad un rapporto reale di collaborazione nel quale, pur nel pieno rispetto delle reciproche competenze, si generino potenzialità e sinergie per meglio rispondere alle esigenze e alle richieste del mondo della scuola”.
Soddisfazione da parte di Silvia Costa, che dichiara: “una decisione che rivela sensibilità istituzionale e attenzione alle motivazioni che hanno indotto nove Regioni, con il nostro coordinamento, a presentare un ricorso al Tar, la cui udienza è fissata per domani. Le ragioni del nostro ricorso – aggiunge – sono ampiamente recepite nella motivazione di sospensiva del decreto, che fa riferimento allo stato di incertezza che il decreto Moratti aveva creato nelle famiglie e nelle scuole, nonché al conflitto istituzionale che aveva aperto con le Regioni titolari dell’organizzazione della rete scolastica e dell’offerta formativa dei loro territori e con l’autonomia scolastica. La nuova stagione del confronto tra Governo e Regioni sul tema delicato e complesso dell’istruzione si annuncia più serena e improntata ad una leale reciproca collaborazione".