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Blocco degli scatti d’anzianità: supplizio di Tantalo?

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I docenti della scuola italiana, non hanno altro modo di progredire nella carriera, se non quello di raggiungere, dopo un periodo di almeno 9, 6 o 7 anni, una classe stipendiale superiore. Lo scatto d’anzianità rappresenta quindi l’equa retribuzione stipendiale di un docente che ha acquisito dopo diversi anni di insegnamento una certa esperienza professionale. La proroga al 31 dicembre 2014 del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti significa applicare la decurtazione dello stipendio di un docente del 10% annuo. 
Questo regolamento, attuato in pieno agosto dal Consiglio dei ministri, blocca gli scatti stipendiali del personale scolastico per altri due anni, negando paradossalmente, a chi pregustava il godimento del raggiungimento della progressione stipendiale, la giusta e guadagnata ricompensa. Sembra che sul personale della scuola esista un vero e proprio maleficio governativo. Viene da pensare che il personale scolastico è condannato a subire, da ogni tipo di governo, il cosiddetto “supplizio di Tantalo”. Infatti Tantalo venne punito dagli dei , per avere rubato il nettare e l’ambrosia, fonti dell’immortalità.
 Fu, per tale furto, incatenato dagli dei ad un albero di frutta vicino ad una fonte di acqua fresca, ma appena Tantalo si avvicinava ai frutti e all’acqua, questi si ritraevano impedendogli per sempre di mangiare e bere. La stessa cosa capita ai docenti, che provano a raggiungere, con tanti sacrifici e molte prospettive, la scadenza contrattuale presente in busta paga, per scattare alla classe economica successiva, ma essa si allontana come i frutti e l’acqua di Tantalo, in modo da impedire il naturale scatto d’anzianità previsto dal contratto.
Questo sta diventando un vero e proprio supplizio oltre che un chiaro danno economico. Infatti il regolamento di blocco degli scatti di anzianità, approvato dal governo Letta, in periodo agostano, quando l’opinione pubblica è più distratta e lontana dall’informazione politica, procura un sostanziale danno economico alle tasche dei dipendenti pubblici, che sarà difficilmente sanabile. Non si tratta di un semplice “blocco” che potrebbe comportare un ripristino della situazione dall’1/1/2012, ma di un allungamento, per tutti, di tre anni dell’anzianità utile per acquisire la superiore classe stipendiale, senza possibilità di recupero. Si ripete, con un provvedimento di progettazione ingegneristica, lo stesso meccanismo previsto dalla legge 122/2010, che con un tratto di penna cancellava il periodo dall’1/1/2010 al 31/12/2012 rendendolo totalmente inutile per la progressione di carriera ai fini economici. 
Bisogna ricordare per dovere di cronaca, che gli scatti di anzianità acquisiti per il 2010 e 2011, a fronte dei soldi previsti per la valorizzazione professionale dei docenti (art. 64 comma 9 legge n. 133/2008) e di una cospicua decurtazione delle risorse previste per i fondi d’istituto, sono stati pagati, recuperati e ripristinati ai fini della progressione economica della carriera. Adesso, dopo il provvedimento preso dal governo Letta, si torna al punto di partenza con un allontanamento della scadenza in busta paga di un triennio. Infatti gli anni 2012, 2013 e 2014 non sono validi per la progressione di carriera ai fini economici di tutto il personale scolastico. In buona sostanza siamo tornati al punto di partenza già previsto nella legge 122/2010. La categoria della scuola non si rassegna all’idea di soffrire come Tantalo, per cui si prevede un inizio di anno scolastico all’insegna della lotta e della protesta.