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“Bonus” 500 euro: è la legge (e non il Miur) che escude i precari

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Ed è anche impossibile rifiutarlo, dato che la somma è già stata accreditata sul conto bancario.

Le polemiche sul bonus di 500 euro per l’autofomazione professionale dei docenti continuano ormai a ritmo costante.
Per esempio sta montando giorno dopo giorno la protesta – anche da parte sindacale – per la esclusione dei docenti precari dal beneficio previsto dalla legge 107.
C’è per esempio chi parla di esclusione immotivata e incomprensibile e c’è chi sostiene che mentre la legge prevede l’obbligo di aggiornamento per tutti i docenti, il docreto della Presidenza del Consiglio con cui il MEF è autorizzato a erogare 500 euro a ciascun docente assegna il bonus solo al personale di ruolo: sembrerebbe insomma che il decreto firmato da Renzi sia illegittimo.
In realtà già la legge, in proposito, era più che chiara; recita infatti il comma 121 dell’articolo 1 della legge:  “Al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali, è istituita, nel  rispetto del limite di spesa di cui al comma 123,  la  Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del docente di  ruolo  delle istituzioni  scolastiche di ogni ordine e grado”.
Peraltro – stando almeno agli atti parlamentari – in sede di dibattito su questa disposizione non ci furono “scontri” particolari, anche perchè – come si ricorderà – i temi all’ordine del giorno nelle ultime settimane prima della approvazione finale del provvedimento erano ben altri (“preside-sceriffo” e valutazione dei docenti soprattutto).
L’altro elemento di discussione che sta emergendo in questi giorni riguarda il fatto che un certo numero di docenti sta dichiarando di voler rifiutare il “bonus”. A dire il vero, però, questo è impossibile perchè i 500 euro sono già stati accreditati sul conto corrente bancario di ciascun docente. Così come appare difficile poter utilizzare la somma per  una donazione liberale a questa o quella associazione no-profit: a fine anno, infatti, ogni docente dovrà rendicontare alla propria scuola le spese effettuate e il dubbio che un versamento ad una associazione, pur anche di prestigio internazionale, non sia considerato legittimo è più che fondato.

 

GLI APPROFONDIMENTI

La Legge n. 107 del 13 luglio 2015

Il DPCM del 23 settembre 2015

La nota del Miur del 15 ottobre 2015