
“È giunto il tempo che la Francia dispieghi un grande piano di equipaggiamento per l’aria condizionata. Lo lancerò già dal nostro arrivo al potere”: a scriverlo su X è stata Marine Le Pen, l’esponente del Rassemblement National (RN), uno dei partiti di estrema destra, nei giorni in cui in Francia, come in Italia, si stanno toccando temperature record. Secondo Météo France, il 30 giugno a Parigi e in altri 15 dipartimenti è stata di gran lunga la giornata più calda del mese e i giorni successivi si prospettano ancora più torridi: circa 200 scuole pubbliche sono state chiuse. Del resto, svolgere attività di formazione in questo contesto, ma anche le prove di Esame, come i colloqui di fine maturità che si stanno svolgendo in Italia, diventa una operazione davvero difficile.
”In un contesto in cui le ondate di calore sono, purtroppo, regolari, i servizi pubblici non sono più capaci di funzionare per assenza di aria condizionata, contrariamente a decine di Paesi nel mondo”, ha scritto Le Pen, per poi bacchettare il governo transalpino perché ancora oggi, con un il Paese alle prese con un caldo crescente, ”ospedali, scuole, case di riposo, trasporti pubblici non sono equipaggiati quando invece questi luoghi accolgono francesi particolarmente sensibili al caldo”.
Secondo Le Pen, ”il governo ci calpesta. È surreale dire alle famiglie di smettere di lavorare da un giorno all’altro, perché le scuole non possono più accogliere i nostri bambini, consigliando loro di andare al cinema perché c’è l’aria condizionata. Penso anche a tutti i lavoratori che soffocano negli edifici senza aria condizionata perché alcuni responsabili hanno deciso che i francesi devono soffrire il caldo mentre essi godono, ovviamente, di auto e uffici climatizzati”.
“Con le cosiddette élite francesi – continua La Pen – la sobrietà è sempre riservata alle classi medie e popolari”: il suo ”grande piano per l’aria condizionata verrà iscritto tra le misure che presenterò prossimamente per incoraggiare il rinnovo degli edifici e il miglioramento del confort di vita nel quadro di una transizione ambientale popolare, sovrana e redditizia”.
Lo scorso anno, La Tecnica della Scuola ha svolto un sondaggio nazionale sulle modalità da adottare per combattere le giornate di caldo infernale (tra fine maggio e metà giugno, ma soprattutto per tutto il mese di settembre), durante le quali fare e ricevere formazione diventa fortemente difficile.
Dall’analisi dei dati raccolti nel sondaggio condotto dalla Tecnica della Scuola è emersa una netta posizione riguardo alla proposta di posticipare l’inizio dell’anno scolastico al 1° ottobre, in risposta alle alte temperature previste per settembre: la proposta è stata accolta con entusiasmo da quasi tutti i partecipanti (circa il 90%), ma una percentuale non indifferente ha espresso anche la necessità di provvedere in maniera sistematica all’installazione di condizionatori in classe per affrontare i giorni con la morsa del caldo.
Tuttavia, abbiamo rilevato che facendo un calcolo approssimativo, con circa 360.000 classi e una spesa media di almeno 500 euro a condizionatore, servirebbero più o meno 200 milioni di euro per l’acquisto e altrettanti per la manutenzione.