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Chi boccia il preside?

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Come si boccia un dirigente scolastico? Molto semplicemente (a parole) si può immolare sull’altare di quattro gradi di giudizio: mancato raggiungimento degli obiettivi, buon raggiungimento degli obiettivi, avanzato raggiungimento degli obiettivi, pieno raggiungimento degli obiettivi.

A valutare i dirigenti, con cadenza annuale, sarà un nucleo di esperti e l’esito della valutazione peserà sulla “retribuzione di risultato” dei dirigenti.

A parole dunque è così, all’atto pratico forse un po’ meno.

In ogni caso i dirigenti, firmando il loro incarico, troveranno per la prima volta inseriti degli obiettivi di miglioramento.

Tre le aree: obiettivi generali individuati dal Ministero, obiettivi legati alle specificità del territorio individuati dagli Uffici scolastici regionali e obiettivi specifici collegati alla scuola che deriveranno dal Rapporto di autovalutazione dell’istituto stesso, con cui le scuole si sono date un ‘voto’ sulle cose fatte e fissare le priorità di sviluppo per gli anni successivi.

 

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I criteri dettagliati per la valutazione sono contenuti nelle Linee Guida, che saranno emanate entro trenta giorni dalla registrazione della direttiva firmata ieri.

Tuttavia non si capisce perché in Germania per esempio, il preside è eletto dai colleghi e svolge la sua attività a tempo parziale, nel senso che mantiene comunque parte della sua funzione docente.