Coding e dati educativi, buone pratiche di educazione civica e cittadinanza digitale

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Di dati oggi si parla molto, forse anche troppo. Ogni discorso pubblico parte dai dati e si sostiene con numeri e grafici.
La cittadinanza, soprattutto quella digitale, viene tirata in ballo solo per raccomandare ai bambini e alle bambine di fare attenzione ai cyberbulli e alla pornografia online.
Di coding si è parlato molto, spesso in modo ideologico e non motivato da una richiesta della didattica o da obiettivi chiari.

Questi tre elementi, presi nel loro insieme, denunciano la mancanza di una visione comune all’interno della scuola che la Guida per docenti “Dati Cittadinanza e Coding” (Stefano Penge, Anicia, 2021) si propone di colmare.

I dati sono uno dei grandi problemi che dobbiamo imparare ad affrontare nella nostra cultura digitale perché hanno conseguenze sulla nostra cittadinanza, non solo digitale, ma anche sui nostri diritti. Bisogna però distinguere tra dati “buoni”, utili dal punto di vista educativo, e dati “cattivi”, che vengono usati per convincerci e che vanno smascherati. Come? Si può usare un ambiente di coding per educare la nostra cittadinanza e difenderla? Esistono dati “educativi”?

Sono educativi i dati che permettono di apprendere in maniera significativa: dati da cercare, da scoprire e interpretare. Dati sui quali riflettere – a scuola e fuori – e su cui costruire delle ipotesi da verificare, magari con un foglio di calcolo o con un ambiente di Coding, in una didattica attiva e condivisa.
Questo è il ruolo che può avere l’Educazione Civica nella costruzione della Cittadinanza Digitale: insegnare a stare attenti. Non solo nel senso di “guardarsi da”, ma nel senso di “avere cura”. La cura del pianeta, della democrazia, delle relazioni sociali, del benessere di tutti, come prevede l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile. Una cura che passa necessariamente attraverso la ricerca, la trasformazione e la rappresentazione dei dati.

Il tema della ricerca e validazione di dati e informazioni è centrale oggi nella formazione della cittadinanza per contrastare fenomeni come:

  • il fiorire della industria delle fake news
  • la svalutazione della conoscenza e delle competenze per cui “la mia ignoranza vale come la tua competenza” (Asimov)
  • l’eccesso di informazioni in rete, non necessarie, inquinanti e ostacolo alla conoscenza
  • la prevalenza della percezione dei fenomeni sulla realtà basata su dati e informazioni, che ci fa cittadini in balia delle nostre paure, reali, presunte o indotte.

“Dati Cittadinanza e Coding”, una guida a più voci (Stefano Penge, Rodolfo Marchisio, Morena De Poli, Danilo Marano, Paola Berbeglia, Monica Oriani) per docenti dalla secondaria di primo grado in poi. Contiene modelli (percorsi interdisciplinari sviluppati e sperimentati e temi da sviluppare), spiegazioni ed esempi su come a scuola si possano cercare e usare “dati educativi” per costruire insieme una vera Cittadinanza digitale.
Anche questo, come gli altri volumi della collana Didattica::Coding, è accompagnato da un sito web (https://www.anicialab.it/coding/dati) dove scaricare gli esempi citati nel testo.

Il testo propone un percorso didattico che esplori ipotesi suffragate da dati ricercati ed elaborati. Si tratta di un “metodo” con caratteristiche generali significative:

  1. ha un valore formativo per gli allievi sulla utilità e l’uso della rete, della cittadinanza digitale in sé e al servizio della cittadinanza    
  2. propone un ruolo attivo, collaborativo, di co-progettazione, ricerca, esplorazione, scoperta ed elaborazione agli allievi stessi
  3. ha un valore forte rispetto al diritto del cittadino ad una informazione corretta
  4. è coerente, come lo sono i temi proposti dai percorsi presentati, non solo con la Educazione civica, ma più in generale con l‘esercizio e i diritti della cittadinanza agita stessa.

Tutti i capitoli, compreso quello dedicato alla visualizzazione dei dati, presentano un’attività didattica concreta, che parte da un problema o da una te­oria diffusa e mostra come questa teoria si possa andare a verificare utilizzando i dati.

Ogni attività si apre con una presentazione di un tema, con la sua collocazione nel quadro generale dell’Educazione Civica e con un suggerimento di connessio­ne con aree disciplinari.

Gli ambiti su cui si applica questo “metodo” possono essere molto diversi fra loro e spesso vanno a intrecciare i tre filoni della Educazione Civica (sociale, naturale e digitale) ed a toccare più aree curricolari. I capitoli del libro sono perciò traversali e possono essere affrontati da più docenti insieme:

  • COVID 19: ambiente, salute, statistica
  • Qualità della vita: ambiente, società, storia
  • Clandestini e migranti: lavoro, economia, storia
  • Leggere la Costituzione: storia, lingua
  • Inquinamento acustico: ambiente, matematica, fisica

Chiudono il volume una serie di schede che suggeriscono altre attività possibili, da realizzare diversamente in base al contesto e alle com­petenze della classe. Queste schede sono divise in tre macro-aree (Società, Ambiente, Comunicazione) e propongono di lavorare, ad esempio, sull’acqua pota­bile, sulle elezioni, sulla presenza delle donne nella scienza, e su tanto altro. Per ogni scheda sono forniti suggerimenti di ipotesi da verificare, con i riferimenti a siti web e banche di dati specializzate dove trovare le risposte.
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