
I libri di testo cambieranno con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale? E se si, come?
La domanda è decisamente interessante e la risposta, a prima vista, non può che essere SI, i libri di testo cambieranno. Come è accaduto con l’avvento del digitale e con le molteplici piattaforme (tutte proprietarie e non comunicanti, e questo è certo il loro limite) messe a punto dagli editori di scolastica.
AI e libri di testo
La questione, come si può capire, è anche un grande tema economico perché tocca i bilanci (e complessivamente si tratta di circa un miliardo di euro) delle case editrici che i libri di testo li pubblicano.
Sulla relazione AI e libri di testo si era già soffermata – accentuando soprattutto i rischi – Stefania Giannini dell’Unesco nel documento del luglio 2023 intitolato Generative AI and the future of education. La dirigente dell’Unesco sottolineava il fatto che l’AI generativa non pare garantire il controllo cui sono invece sottoposte le risorse educative destinate all’uso nelle scuole. Controlli che si fondano su quattro criteri principali:
(1) l’accuratezza dei contenuti,
(2) l’adeguatezza all’età,
(3) la pertinenza dei metodi pedagogici e
(4) l’adeguatezza culturale e sociale, che comprende controlli per la protezione dai pregiudizi.
Ma Giannini parlava di un uso diretto e immediato dei sistemi di Ai, uso non certo utilizzato in ambito scolastico.
Verso un libro conversazionale?
L’AI avrà di certo un impatto molto importante sull’editoria scolastica poiché l’intelligenza artificiale ridefinisce sia l’esperienza della lettura e quella dell’apprendimento. La sfida sarà quella di mettere assieme l‘autorialità (i 4 criteri di cui parla Giannini) con la nuova interattività e versatilità dell’intelligenza artificiale generativa.
La proposta più significativa al riguardo è stata recentemente fatta da Susanna Sancassani (Managing Director Task force teaching learning Innovation – METID – Polimi) che lanciando un nuovo mooc del Metid scrive che si tratta di introdurre una forma editoriale in cui l’AI non è solo un intermediario tra il lettore e il contenuto, ma diventa essa stessa il contenuto.
Si tratta del libro conversazionale che non è più una sequenza lineare di capitoli, bensì un corpus di conoscenza dinamica, accessibile attraverso un’interazione diretta con un modello AI allenato su contenuti originali e curati. Ovviamente in questo caso cambia anche il ruolo degli autori, chiamati a scrivere non più pagine statiche ma a creare ecosistemi di contenuti capaci di rispondere, approfondire e adattarsi alle esigenze dello studente. In sostanza un “testo” personalizzabile e quindi personalizzato da parte di ogni studente. Se 25 anni fa si parlava di libro come ipertesto, oggi possiamo definire il nuovo prodotto come libro conversazionale, con cui si dialoga come si fa con i prompt su ChatGPT o Gemini.
“Con strumenti come GPT, GEM (Gemini) e Projects (Claude) – continua Sancassani – il concetto stesso di collana editoriale potrebbe essere ripensato. Ogni collana potrebbe rappresentare un ecosistema AI dedicato a un determinato ambito, come scienza, arte o business, offrendo contenuti costantemente aggiornati e interattivi. Il lettore non sarebbe più vincolato a un’opera finita, ma parte di un’esperienza in continua evoluzione.”
Il questionario della Tecnica della Scuola e Indire
E’ proprio per questo motivo che Tecnica della Scuola e il gruppo di ricerca Paths di Indire hanno realizzato il questionario rivolto ai docenti di ogni ordine e grado delle nostre scuole, per affrontare il tema dell’AI applicato alla didattica.
Una ricerca unica in Italia, il primo questionario per gli insegnanti che si stanno cimentando con quello che da molti è visto come lo strumento che caratterizzerà il presente e il futuro della nostra vita, in ogni settore, compresa la scuola.
Tante le ricerche internazionali susseguitesi negli ultimi tempi che hanno cercato di capire se l’intelligenza artificiale può essere utilizzata nella pratica didattica del docente per migliorare l’apprendimento degli studenti.
PARTECIPA AL QUESTIONARIO
Grazie all’indagine lanciata da Indire e La Tecnica della Scuola, il docente risponderà a una serie di domande semplici ma pratiche chiarendo qual è il rapporto attuale che vive con l’IA. L’utilizzo di questo strumento, a disposizione di tutti i docenti, può riflettersi sull’apprendimento degli alunni che, in alcuni casi, sembrano essere più avanti dei loro insegnanti nella conoscenza del mezzo.
La ricerca proverà a svelare, con l’aiuto dei partecipanti, quale uso il docente fa dello strumento, se può servire nella pianificazione delle attività didattiche, nell’organizzazione delle attività extra docenza, quanto e in cosa può essere utile per lo studente, i motivi che possono ostacolare (se ci sono) l’utilizzo dell’IA in classe.
I risultati dell’indagine, che si chiuderà il 16 febbraio 2025, saranno pubblicati sul portale della Tecnica della Scuola e sul sito di Indire.