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Commissari di concorso: aumentano, forse, i compensi

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Aumentano i compensi per i commissari del concorso a cattedre?  Forse sì, ma la decisione potrebbe essere legata ai regolamenti delle Camere.
Nei giorni scorsi era circolata la notizia secondo la quale il Governo sarebbe pronto a presentare un emendamento al testo della legge di conversione del decreto 42 del 29 marzo scorso (“Disposizioni urgenti in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca”).
Il decreto in questione riguarda due soli temi: il rifinanziamento del progetto “Scuole belle” per consentire la proroga dei contratti LSU e la stabilizzazione della Scuola sperimentare “Gran Sasso Science Institute”.
Mercoledì 13, nel corso della seduta della Commissione Cultura del Senato, che sta esaminando il provvedimento,  la questione degli emendamenti non è ancora stata discussa a fondo perchè il termine per la presentazione di eventuali modifiche e integrazioni era fissata al giorno 14.
Tuttavia un problema è già emerso: il presidente della Commissione Andrea Marcucci ha ricordato che gli emendamenti devono essere omogenei rispetto alla materia del decreto legge e si è impegnato ad aprire un accurato confronto con la presidenza del Senato.

 

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Par di capire, insomma, che alcune proposte di modifica potrebbero non essere considerate ammissibili. Vedremo nelle prossime ore cosa decideranno gli organi del Senato.
Un fatto però appare molto probabile: se i compensi per i commissari di concorso dovessero essere aumentati si porrà il problema di individuare la copertura finanziaria che potrebbe essere semplicemente identica a quella già trovata per il progetto “Scuole belle”.
In pratica la maggiore spesa per il concorso potrebbe essere concretamente pagata con una diminuzione del fondo di funzionamento delle scuole. E poichè in caso di insufficienza di fondi le scuole saranno inevitabilmente costrette a “batter cassa” presso le famiglie il risultato finale (e paradossale) sarebbe uno solo: l’aumento dei compensi per presidenti e commissari sarà pagato o con una ulteriore “riduzione” dell’attività didattica e progettuale delle scuole oppure con un incremento dei contributi più o meno volontari richiesti alle famiglie.

 

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