
Siamo un gruppo di docenti, riuniti nella libera associazione “Movimento Equità nel Merito, che ha partecipato alla prova preselettiva del Concorso Ordinario per il reclutamento di Dirigenti Scolastici (D.D. n.2788/2023 e D.M. n.194/2022) e, pur avendo conseguito un punteggio compreso tra 35/50 e 39/50, è stato escluso dalle successive prove concorsuali, poiché la soglia minima nella regione scelta è stata superiore al punteggio ottenuto.
Questo sistema di soglie regionali differenziate, in un concorso di tipo nazionale, ha portato a risultati paradossali dove, a parità di merito, si è risultati bocciati o promossi a seconda della regione.
Il concorso sta ormai volgendo al termine nelle diverse regioni ma non sono ancora dissipate le nubi sul corretto rispetto dell’iter concorsuale.
Una procedura che, nelle intenzioni, doveva rappresentare un modello di selezione meritocratica per la scuola italiana, si trova, infatti, al centro di un acceso dibattito istituzionale e giuridico. Diverse criticità sono emerse sin dalla fase preselettiva del 23 maggio 2024, sollevando interrogativi sulla regolarità del percorso concorsuale, con particolare attenzione a dinamiche territoriali che sembrano aver generato disomogeneità nell’accesso alla prova scritta.
La Campania è divenuta simbolo di questo squilibrio con una soglia di accesso fissata a 40 punti, a fronte di regioni dove punteggi inferiori, fino ad arrivare al 35, sono risultati sufficienti a superare la prova preselettiva in ben tre Regioni: Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia.
Questa sorta di bug del sistema di reclutamento preoccupa non solo da un punto di vista formale ma anche e soprattutto sostanziale: sono state rilevate infatti alcune anomalie statistiche in sede d’esame, come la concentrazione di candidati promossi in specifiche aule. La soglia, incredibilmente alta, di 40 punti in Campania, contrasta con percentuali di ammissione alla preselettiva in diverse aule, dove anche tre candidati hanno superato la prova, nella stessa aula, sfidando il calcolo delle probabilità, insinuando il dubbio di sorveglianze inefficaci o, ancora peggio, di una divulgazione anticipata dei quesiti. Da più parti si è invocata maggiore trasparenza in merito ai criteri di selezione dei quesiti, alla gestione informatica della banca dati e alle misure adottate per garantirne la riservatezza.
Le preoccupazioni espresse dai candidati e da diverse realtà territoriali sono ora giunte sui banchi del Parlamento. Il 10 giugno 2025, nella seduta n. 490 della Camera dei Deputati, il deputato Francesco Emilio Borrelli ha presentato l’interpellanza parlamentare n. 2/00632, rivolta al Ministro dell’Istruzione e del Merito. Nell’atto si evidenziano presunte irregolarità che, a giudizio dell’interpellante, compromettono l’equità della procedura. In particolare, Borrelli richiama l’attenzione sulle soglie di ammissione difformi tra le regioni, sull’ambiguità e genericità di alcuni quesiti, sulla mancanza di trasparenza nella pubblicazione dei punteggi e sulla gestione non uniforme delle richieste di accesso agli atti da parte degli Uffici Scolastici Regionali. L’interpellanza sollecita il Ministro a riferire in Aula quali misure di sicurezza siano state adottate durante le sessioni online di collaudo dei quesiti; se si intenda rendere pubblici i punteggi dei candidati ammessi alla prova scritta, inclusi quelli della fase suppletiva; quali direttive urgenti si vogliano fornire agli USR per garantire trasparenza, legalità e correttezza dell’intero iter concorsuale.
Nel frattempo, numerose istanze di accesso civico sono state inviate anche al Comitato Tecnico Scientifico e al CINECA, con l’obiettivo di fare piena luce sulla predisposizione dei quesiti e sulla riservatezza del materiale concorsuale. Il Ministero ha fornito solo parziali risposte, limitandosi a condividere verbali di collaudo informatico effettuato nei giorni precedenti alla prova, senza però chiarire le modalità di selezione dei quesiti e le garanzie di riservatezza adottate.
La fase preselettiva di ogni procedura concorsuale rappresenta un passaggio cruciale e delicatissimo, che deve essere gestito nel pieno rispetto della legge e dei principi costituzionali di trasparenza, imparzialità ed equità. È proprio in questa fase che si compie una prima, fondamentale selezione tra migliaia di candidati, ed è quindi essenziale che le modalità con cui essa viene condotta siano chiare, uniformi e oggettive. Qualsiasi mancanza di trasparenza mina non solo la fiducia dei partecipanti nel sistema, ma compromette la legittimità dell’intero concorso.
Il rispetto rigoroso delle normative vigenti, la tracciabilità delle operazioni, la pubblicazione dei dati e la possibilità per i candidati di esercitare pienamente il proprio diritto di accesso agli atti sono elementi imprescindibili per garantire che la preselezione non si trasformi in una barriera arbitraria, ma resti ciò che dovrebbe essere: uno strumento di giustizia selettiva fondato sul merito.
Docenti del Movimento Equità nel Merito




