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Concorso dirigenti, tutti i consigli al Ministro per evitare il caos

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Il concorso per dirigenti scolastici sembra essere destinato a diventare il leit motive dell’estate. La sentenza del Consiglio di Stato n. 3747 dell’11 luglio scorso ha fatto scattare l’allarme: il rifacimento delle prove scritte per selezionare i 355 ds lombardi è sembrato a molti come una punizione eccessiva. Che ora lascerà orfani un terzo degli istituti della regione. E ci sono poi altri Usr che tremano, anche se a detta del Ministro la situazione sarebbe meno critica.
Nelle ultime ore sono arrivate diversi pareri da parte di vari addetti al settore. Disal e Anp si sono rivolti direttamente al ministro Carrozza, sottolineando che “ad oggi gli istituti che dovrebbero andare in reggenza dal prossimo primo settembre sono circa 420 (…): questo significa che 840 istituti, su un totale di 1.149, saranno costretti ad essere gestiti da un dirigente ‘a mezzo servizio’, che dovrà correre da una scuola all’altra, spesso anche a distanza di parecchi chilometri, senza peraltro acquisire il diritto di vedersi riconosciuta l’indennità di missione e neanche il rimborso delle spese di viaggio. Nessun’altra regione italiana è chiamata a sopportare una situazione di tale pesantezza”. Secondo i due sindacati dei ds la “gravità della situazione” è tale che ormai non vi è altra scelta: occorre che prima possibile venga assegnato “ad ogni scuola un dirigente scolastico stabile”.
C’è un sistema per raggiungere questo obiettivo, assicura Mario Pittoni, che nella passata legislatura ha ricoperto il ruolo di capogruppo della Lega Nord in Commissione Istruzione del Senato: introdurre “un contratto da dirigente scolastico ‘a tempo’, recuperando gli iscritti alle graduatorie di merito lombarde 2012 annullate con luglio scorso, e nuovi meccanismi concorsuali sostituendo l’idoneità con graduatorie regionali progressive”. Secondo Pittoni “con più di un terzo delle scuole autonome lombarde senza dirigente titolare, ormai il caos si può evitare solo con un provvedimento ad hoc del ministero (utile anche in altre regioni dove dovessero manifestarsi le stesse criticità), che consenta di gestire l’emergenza in attesa delle assegnazioni definitive. C’è poi la questione – molto sentita al Nord – delle regioni dove, nonostante il buon livello medio di preparazione certificato dalle indagini internazionali, troppi candidati alla dirigenza scolastica non superano le prove di idoneità, con Il rischio che per i posti vacanti scatti l’ennesimo provvedimento che consente il trasferimento di colleghi dal Meridione, dove – chissà perché? – le idoneità abbondano. Per questo motivo proporremo una revisione del sistema di reclutamento dei dirigenti scolastici, ispirato al progetto che abbiamo depositato la scorsa legislatura per l’assunzione di docenti, basato su graduatorie regionali progressive”. Per Pittoni bisogna dire basta alle “idoneità: l’accesso al posto (dopo aver scelto in assoluta libertà la regione dove candidarsi, in ossequio a Costituzione e norme europee), dipenderà dalla posizione in lista sulla base di un punteggio in buona parte acquisito sottoponendosi a una valutazione approfondita a parità di condizioni con gli altri iscritti in quella regione”.
Sulla questione ds è tornata in giornata anche l’Anief, a cui risulta che “a settembre un istituto su quattro sarà privo del proprio dirigente scolastico. E che altrettante scuole dovranno mettere a disposizione il proprio capo d’istituto per le reggenze. Tutto per colpa della pessima gestione del concorso per dirigenti scolastici, che avrebbe dovuto selezionare 2.386 nuovi presidi, ma che a due anni di distanza ha prodotto una mole di contenziosi da guinness dei primati. Con 8mila ricorrenti che attendono gli esiti della giustizia e le procedure concorsuali a rischio rifacimento in almeno cinque regioni”. Il suo presidente Anief e segretario organizzativo Confedir, Marcello Pacifico, sostiene che il Ministro deve prendere “atto di essere subentrato a gestire un concorso gestito male sin dall’inizio, con migliaia di candidati che sono ricorsi al Tar perché l’amministrazione ha sommato errori su errori. Ad iniziare dalla realizzazione di migliaia di quiz sbagliati. L’Anief, pertanto, ribadisce l’esigenza di attuare il prima possibile una soluzione politica: Carrozza deve trovare il coraggio per procedere alla rinnovazione dell’intera procedura concorsuale. Inficiata sin da delle prove preselettive”.