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Conferenza stampa nazionale di “AlmaLaurea” a Catania

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Quanti fra i laureati del nostro Paese lavorano stabilmente ad un anno, a tre, a cinque anni dalla laurea?

Quanti di loro scelgono di proseguire gli studi, per conseguire la laurea specialistica o in cerca di un master, un dottorato o una specializzazione? Quanti di loro hanno invece un contratto atipico di lavoro?
E quanto guadagnano in media al mese i laureati italiani, sulla base del titolo di studio conseguito e della facoltà frequentata?
Qual è, infine, l’efficacia della laurea triennale o della laurea di vecchio ordinamento sul tipo di lavoro svolto?
A tutte queste domande risponderà la 10° Indagine AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani, i cui dati saranno illustrati in anteprima nazionale giovedì 28 febbraio, alle 11 – nel corso di una conferenza stampa che si terrà nell’aula magna del Palazzo Centrale dell’Università di Catania. All’incontro con i giornalisti interverranno il direttore di AlmaLaurea Andrea Cammelli e il rettore dell’Università di Catania Antonino Recca.
 
Proprio nell’ateneo catanese si tiene, infatti, quest’anno il Convegno nazionale AlmaLaurea, intitolato “Formazione universitaria ed esigenze del mercato del lavoro”, nell’intera giornata di venerdì 29 febbraio (aula magna Facoltà d’Ingegneria, nuovo edificio per la didattica – Città universitaria).
La documentazione presentata nella 10° Indagine AlmaLaurea, per gli Atenei ed i laureati coinvolti (quasi 93mila di 45 università italiane), per il coinvolgimento dei protagonisti (hanno risposto all’intervista telefonica 88 laureati su cento ad un anno dalla conclusione degli studi, 84 su cento a tre anni, 76 su cento a cinque anni), per il periodo osservato (sono stati intervistati i laureati degli anni 2006, 2004 e 2002), offre pertanto uno spaccato di grande interesse della situazione occupazionale in atto ed un terreno aperto ad ulteriori approfondimenti.
La stessa documentazione permette, inoltre, di esaminare la condizione occupazionale e/o di studio di oltre 22mila laureati di 1° livello (con un tasso di risposta all’intervista pari all’89 per cento) ad un anno dal conseguimento del titolo, monitorando così lo stato di avanzamento della riforma universitaria.
Nel convegno di venerdì verranno ulteriormente analizzati tutti questi dati, evidenziando aspetti rilevanti delle condizioni lavorative dei laureati impegnati nel settore dell’industria ed in quello dei servizi, nel settore pubblico ed in quello privato, determinando la reale consistenza del lavoro autonomo o particolari valenze della mobilità dei laureati per motivi di lavoro.