
L’adultizzazione è un fenomeno in forte crescita che mette in crisi il modello attuale dello sviluppo infantile e adolescenziale e che richiede un momento di analisi e di messa in discussione dei processi di socializzazione.
Nonostante gli ampi progressi dal dopoguerra in poi rispetto al riconoscimento dei diritti dei bambini, esistono fenomeni molto forti in cui l’adulto continua ad interferire con la crescita dei piccoli dimenticando la delicata fase importante per il loro sviluppo legata al gioco e alla spensieratezza.
Il fenomeno negativo dell’adultizzazione contro i modelli standard di socializzazione
Si tende infatti a rendere le giornate dei più piccoli simili a quelle degli adulti, scandite da impegni fissi, ricorrenti e sempre uguali a sé stessi: scuola-attività extra- studio-casa, e così via sempre la solita routine. E con la stessa frenesia e velocità degli adulti.
Analizzare questi aspetti significa interrogarsi su come la nuova società contemporanea digitalizzata sta cambiando i modelli educativi e socializzanti dei più giovani.
Il processo di socializzazione è uno dei postulati della sociologia dell’educazione, delinea il “meccanismo attraverso il quale l’individuo fin dai primi anni di vita apprende, interiorizza e riproduce le norme, i valori, i comportamenti, i modelli e le aspettative del contesto socio-culturale in cui è inserito”. Un processo dinamico che dura in pratica tutta la vita perché i contesti cambiano nel tempo basti pensare al distacco del giovane dalla propria famiglia, il mondo del lavoro e così via.
Questo aspetto diventa però un tassello strutturale nelle prime fasi di vita, nel periodo che arriva fino alla fase adolescenziale perché è in questa fase che avviene come ricorda il sociologo Parsons “l’acquisizione delle competenze sociali primarie”.
In questo percorso cosi delicato per lo sviluppo sociale del bambino, il fenomeno dell’adultizzazione in forte crescita nella società contemporanea rappresenta da una parte un passo indietro perché riporta anche se con sfaccettature diverse ai nostri nonni che cominciavano a lavorare ed occuparsi delle faccende domestiche fin da bambini, dall’altro anticipando “il ruolo forzato dell’adulto interferisce con la progressione naturale dello sviluppo psicologico e sociale” (fonte Agenda Digitale),
neutralizzando di fatto le opportunità di una crescita e di una costruzione personale graduale e armonica come dovrebbe invece essere.
Sono stati superati i vecchi modelli di socializzazione
Dei vecchi modelli di socializzazione, la famiglia considerata la prima fonte di socializzazione, dove il bambino fin dalla nascita acquisisce i modelli comportamentali, le prime forme di controllo sociale, i codici linguistici, oggi non sta più svolgendo pienamente quel ruolo. Le trasformazioni recenti della struttura familiare, come l’aumento delle famiglie monoparentali, famiglie ricostituite a causa dei divorzi, genitorialità diffusa tra più figure adulte, hanno reso di fatto la socializzazione familiare più complessa (fonte Barbagli & Saraceno, 2020). L’aver perso almeno in parte il ruolo di agente di socializzazione primaria ha di fatto spostato e delegato parte di questa responsabilità alla scuola e alle nuove tecnologie aprendo a nuovi modelli di socializzazione.
La scuola che rappresentava nei vecchi modelli educativi la principale agenzia di socializzazione secondaria con l’obiettivo di trasmettere contenuti disciplinari e nozionistici e norme implicite, come la gerarchia e la disciplina anche a causa della trasformazione digitale l’uso dei dispositivi digitali “ha sostituito la relazione e l’interazione funzionale, indebolendo il legame empatico tra docente e discente” (fonte Galimberti )
In definitiva, Il passaggio all’età adulta, un tempo marcato da eventi chiave, come l’ingresso nel lavoro, il matrimonio o la genitorialità, oggi è reso incerto e discontinuo dalla flessibilità lavorativa, dall’instabilità economica e dall’allungamento dei percorsi formativi, ma anche dal mancato ruolo della famiglia e dal marcato ruolo dei social nei confronti degli adolescenti
Gli effetti dell’adultizzazione, quali rimedi
Uno degli effetti più critici dell’adultizzazione digitale è la sostituzione del vecchio gioco fisico, e relazionale con forme di intrattenimento digitale che riducono l’interazione diretta con il mondo reale. “La digitalizzazione del gioco produce una progressiva smaterializzazione dell’infanzia, allontanando i bambini da esperienze corporee vere, manipolative, creative e relazionali” (fonte agenda digitale). Per questo motivo sono essenziali sia la mediazione dei genitori, precise regole di utilizzo degli strumenti digitali nelle scuole e la formazione per un uso sempre più consapevole degli stessi strumenti.
Altro aspetto da non trascurare sono i social network che rappresentano una delle nuove agenzie socializzatrici più potenti della soggettività giovanile e che rappresentano veicoli forti di adultizzazione non controllata. I ragazzi aspirano a diventare influencer, content creator interiorizzando valori come soldi facili, popolarità ad ogni costo, cura spasmodica dell’immagine. Tutto questo porta ad una interiorizzazione anticipata di valori invece tipici degli adulti come la competizione, l’estetica e il successo economico.