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Crocifisso in aula: sulle controversie decide il Giudice amministrativo

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Un punto fermo sembra essere stato messo nelle controversie, tante volte aspre e incontrollate diatribe, nella materia del crocefisso a scuola che, come ricorderemo, ha occupato tanta parte del dibattito nei mesi passati.
Le controversie per l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche sono materia di competenza esclusiva del giudice amministrativo.
Così ha stabilito, con l’Ordinanza del 10 luglio 2006, n. 15614, a Sezioni Riunite, la Corte Costituzionale, adita sulla controversia tra un genitore di religione musulmana che ricorreva dinanzi al giudice ordinario, in proprio e quale esercente la potestà sui figli minori, nei confronti del Ministerro della Pubblica Istruzione e dell’Istituto scolastico frequentato dai suoi figli viste le resistenze della scuola a togliere dalla parete scolastica il simbolo della religione cattolica.
Il giudice adito concedeva il provvedimento richiesto, cioè la rimozione del crocefisso, disattendendo l’eccezione, sollevata dall’Amministrazione Scolastica resistente, di difetto di competenza e presupponendo la non estensibilità della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, ex art. 33 del Decreto Legislativo n. 80 del 1990, ai rapporti individuali di utenza tra soggetti privati.
Sulla questione del riparto tra giurisdizione del Giudice Ordinario e Giudice Amministrativo, in verità, era già intervenuta la Corte Costituzionale che nelle more del processo aveva dichiarato l’illegittimità parziale degli art. 33 e 34 del suddetto Decreto Legislativo.
La materia dei pubblici servizi – coerentemente al principio generale secondo cui il discrimine tra la giurisdizione ordinaria e la giurisdizione amministrativa va individuato esclusivamente nella natura della posizione soggettiva – secondo l’alto consesso giudicante rientra nella esclusiva competenza del giudice amministrativo.
Questo anche se, come nella fattispecie, la controversia sia relativa all’esercizio del potere di autorità dell’Amministrazione Scolastica.
Come si deve evidenziare, l’Ordinanza della Corte Costituzionale ha voluto sottolineare la giurisdizione esclusiva della magistratura amministrativa tutte le volte che, più la natura delle posizioni giuridiche delle parti, è in discussione la correttezza dell’esercizio di un potere della Pubblica Amministrazione.
Al di là di ogni altra considerazione – la posizione delle parti compresa – la Suprema Corte ha inteso sottolineare il potere dell’Amministrazione Scolastica relativamente all’organizzazione e alle modalità di prestazione del servizio scolastico, esercitato attraverso suoi specifici provvedimenti.
In definitiva, la Corte Costituzionale ha inteso chiarire che l’Amministrazione Scolastica esercita i provvedimenti in virtù del suo potere amministrativo riconducibile all’autorità che gli deriva di essere Pubblica Amministrazione.
In veste di autorità, insomma, e in considerazione che l’esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche non è imposto da alcuna legge dello Stato, ma solo da ordinanze di attuazione.
Più specificatamente: le modalità di esposizione del crocefisso riguardano la materia relativa all’erogazione di un pubblico servizio per cui rientrano, ai sensi dell’art. 33 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80, nelle competenze esclusive del giudice amministrativo.