Home Archivio storico 1998-2013 Precari Dalla voce di un precario una proposta equa di nuovo reclutamento

Dalla voce di un precario una proposta equa di nuovo reclutamento

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Una domanda ricorrente che circola da qualche tempo negli ambiti sindacali-scolastici, è quella riguardo il metodo con cui dovrà essere impostato il nuovo sistema di reclutamento scolastico. Come accederanno all’insegnamento le nuove generazioni? La domanda non ha ancora una risposta certa, infatti i nuovi e già contestati, per la pessima figuraccia di preselezione, corsi Tfa, non hanno uno sbocco chiaro e definito. Ad oggi non è dato sapere in quale canale di reclutamento accederanno gli idonei ai Tfa. 
Si conosce solamente il prezzo che dovranno pagare per la frequenza ai corsi, ma una volta abilitati all’insegnamento della disciplina che hanno scelto si perdono le tracce del loro percorso di reclutamento. Ragion per cui ci esercitiamo a comprendere e a proporre delle strade percorribili per un disegno equo di reclutamento, che non trascuri chi ha dedicato anni di lavoro nelle scuole ed è inserito, con aspettative legittime di entrare in ruolo, nelle GAE e tenga anche conto di chi pur non possedendo esperienza lavorativa, ha faticato tanto per raggiungere un titolo abilitativo.
A tal proposito ci piace segnalare l’interessante proposta di un docente precario, Paolo Fasce, che dal sito Pavone risorse, lancia una sua sensata idea risolutiva del futuro reclutamento. Paolo Fasce esortato dal messaggio di auguri di buone vacanze fatto del ministro Profumo e rivolto anche al personale precario, coglie l’occasione per dare questo suo contributo per il futuro del precariato nella scuola. Il collega Fasce facendo una analisi della situazione dice: “Le prospettive di oggi ci mostrano una situazione mista nella quale le Graduatorie ad Esaurimento conviveranno con le Graduatorie di Merito concorsuali. L’istituzione dei nuovi concorsi cancellerà, almeno nei fatti, le GM del 1999 e del 1990 dalle quali ancora oggi si attinge in ampie parti del paese per numerose classi di concorso.
Sono sempre più numerosi i cinquantenni e i sessantenni che entrano in ruolo senza un giorno di precariato, provenendo dai concorsi del secolo scorso.
Un caso eclatante, qualche anno fa nella provincia di Genova: una pensionata dell’Agenzia delle Entrate è entrata in ruolo da un vecchio concorso e ha ripreso a lavorare a scuola! Le GM del 1999 e del 1990 sottraggono posti ai precari veri che, lo ricordo ai distratti, per una decina di anni sono stati selezionati e formati dalle SSIS per fare questo mestiere. La soluzione che mi è sempre parsa sensata ed economicamente interessante (specie in tempi di crisi) è la “ricopiatura” delle GaE nelle GM tramite un concorso per soli titoli. Si avrebbe una GaE che valorizza l’anzianità di servizio (assieme ai titoli) e una GM che valorizza i titoli (qualcuno potrebbe chiamarlo “merito”). Queste due graduatorie, alle quali tutti potrebbero avere accesso eliminando una stortura generazionale, evolverebbero parallelamente, dando spazio al merito, ma non buttando via le persone.
Se la volontà politica di addivenire ad un sistema che a regime preveda concorsi triennali, allora la proposta non può che richiedere la loro realizzazione per tutte le classi di concorso e per tutte le regioni nelle quali siano ancora attive le vecchie GM, onde cancellarle con le nuove. Il sistema deve prevedere un equilibrio tra le GM e le GaE. Queste ultime devono essere accessibili a tutti gli abilitati in un’unica fascia perché se le GM possono garantire (?) i giovani meritevoli, le GaE possono garantire l’anzianità di servizio e correggere gli errori del sistema (primo tra tutti la fallace pianificazione dei posti a concorso per i Tfa).
Il doppio canale istituzionalizzato ed equo (perché accessibile a tutti) garantirà quindi posti sia per meriti concorsuali che per l’onorato servizio di chi emerge dalle GaE. Abbiamo voluto segnalare questa proposta, perché è grave navigare a vista senza conoscere quali saranno gli sbocchi, sarebbe giusto prima di attivare corsi abilitanti avere chiare le prospettive di reclutamento.