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Decreto applicativo: continua la protesta sindacale

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Le modifiche apportate al primo decreto attuativo della riforma non convincono Cgilscuola che conferma la richiesta di ritiro del decreto stesso. Non altrettanto chiara la posizione di Cislscuola che da un lato afferma che il decreto "non è emendabile" e dall’altro chiede che dal provvedimento "vengano espunte le disposizioni di natura organizzativa e didattica che comprimono l’autonomia delle scuole".

Sindacalismo di base e comitati spontanei sorti un po’ dovunque mantengono una posizione ancora più intransigente e chiedono addirittura l’abrogazione della legge 53, per ottenere la quale occorrerebbe però più un referendum popolare che manifestazioni e cortei di insegnanti e genitori.

Si attendono anche le prese di posizione di Uil e Snals che stanno tardando forse anche perché in queste ore l’interesse dei vertici sindacali si concentra soprattutto sugli esiti delle elezioni delle Rsu.

Va segnalata peraltro la soddisfazione dell’Anci che si attribuisce in larga misura il successo delle modifiche apportate al decreto; in realtà il Governo ha accolto sostanzialmente tutti gli emendamenti proposti dai Comuni che, a questo punto, possono tirare un sospiro di sollievo: a settembre prossimo non dovranno farsi carico del funzionamento delle mense scolastiche nelle scuole a tempo pieno né dovranno ingegnarsi a individuare soluzioni-tampone per eventuali vuoti lasciati dallo Stato, vuoti che non dovrebbero esserci in quanto un apposito articolo del decreto garantisce che gli organici del 2004/2005 saranno identici a quelli di quest’anno.

Ma è proprio il parere favorevole formulato dall’Anci sul decreto proposto in sede di Conferenza Stato-Regioni che sembra non andare giù alle organizzazioni sindacali e alla Cgilscuola in particolare; in effetti le modifiche al decreto erano nell’aria già da parecchi giorni e noi stessi ne avevamo dato notizia. Ma, probabilmente, nessuno ci credeva sul serio e molti, soprattutto a sinistra, pensavano che si trattasse di un tentativo del Ministero per far sbollire la protesta contro la riforma.

Invece le modifiche ci sono state e, per la verità, appaiono anche significative tanto che la stessa Cgilscuola ammette che "ormai il decreto non è più blindato".

Il punto è che solo l’Anci può ascriversi il merito delle modifiche, dal momento che è stata l’unica organizzazione che aveva espressamente chiesto modifiche concrete e precise; i sindacati avevano invece continuato a sostenere la richiesta di ritiro e, a questo punto, non possono fare altro che proseguire su questa strada.

Nei prossimi giorni il dibattito si sposterà nelle aule delle Commissioni parlamentari e vedremo a quel punto cosa succederà: l’opposizione continuerà a marciare compatta contro il decreto oppure si sfalderà andando al voto in ordine sparso?