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Didattica dell’arte, come fare scuola col teatro

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L’arte come strumento e allo stesso tempo contenuto per l’istruzione e l’educazione dei ragazzi. Un’azione performante teatrale, un’installazione, canto, foto e video sono gli elementi esteriori e apparenti di un lavoro sull’inconscio, per far radicare meglio concetti e nozioni, giocando sulla sorpresa, il coinvolgimento e la partecipazione gioiosa.

Tutto questo è avvenuto il 3 novembre 2021, presso il Baglio Saraceno di Sant’Agata di Militello. Un nutrito gruppo di studentesse e studenti dell’ITIS “E. Torricelli” ha invaso quel luogo suggestivo, nei pressi del Castello Gallego, che si è trasformato in un naturale palcoscenico nel quale sperimentare nuove metodologie didattiche.

Non banchi, non cattedre, non docenti, ma una comunità che accoglie e valorizza tutte le diversità.

Si è tenuta una lezione sul teatro svolta dalle ragazze di III B Informatica, Francesca Lupica e Sofia Tascone, e rivolta, in particolar modo, ai compagni che frequentano la seconda classe. Studenti in cattedra, un metodo cooperativo attuato negli anni ’60, del secolo scorso, da don Lorenzo Milani presso la scuola di Barbiana.

Nessuno può negare che si impara veramente quando si è soggetti attivi, quando la classe diventa una comunità ed accoglie e valorizza tutti e tutte senza discriminazioni.

La lezione ha avuto un proseguo con la lettura drammatizzata dello stralcio conclusivo della tragedia sofoclea: Antigone.

La scelta del testo non è stata casuale, visto che si è in prossimità della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre. Antigone, ancora oggi, rappresenta l’eroina per antonomasia. Ella vive il dramma morale che è di tutti i tempi, quello del conflitto tra l’obbedienza a una legge umana, rappresentata dal potere maschile, e la fedeltà a un superiore imperativo etico che, nel suo caso, riguarda la sfera degli affetti verso i defunti. Antigone dirà: “Non sono nata per odiare, ma solamente per amare”.

Verrà condannata a morte anche per il suo appartenere al genere femminile. Creonte, infatti, sentenzierà : “Finché vivrò , qui non comanda Donna!”.

Grande partecipazione emotiva sia da parte degli attori: Antonino Ventura (Creonte) e Cecilia Ballì (Antigone) sia da parte degli studenti partecipanti. La prof.ra Mariangela Gallo, che ha guidato l’esperimento, afferma: “Fare scuola con lezioni itineranti all’aperto è più faticoso per il docente, che deve organizzare, preparare e prevedere qualsiasi tipo di criticità, ma certamente una scuola del genere è più interessante e coinvolgente per i nostri giovani che, come noi alla loro età, aspirano a cambiare le brutture del mondo”.

L’evento si è concluso rendendo omaggio a tutte quelle donne disprezzate, violate e assassinate. Si è realizzata, infatti, una scultura umana, rappresentando con i corpi dei ragazzi seduti a terra, il simbolo femminile ed all’unisono hanno voluto affermare: “STOP alla violenza sulle donne!”.

La lezione è stata seguita anche da alcuni genitori e ha incuriosito il pubblico di passaggio, che si è fermato ad ammirare lo spettacolo-lezione.

L’impatto su studenti e studentesse è stato profondo. Ecco cosa ha esternato Giuseppe Emanuele sui social: “Ho provato molte emozioni, dopo tanto tempo sembrava di essere tornati alla normalità, nonostante le regole anti-covid. È stata una bellissima e coinvolgente lezione contro la violenza sulle donne, che sicuramente servirà a tutti noi giovani come esperienza di vita. È stato bello poter partecipare e sentirsi utili”.

Prof.ssa Mariangela Gallo