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Dirigenti scolastici a 29 e 35 anni, sono i più giovani d’Italia: “Ci vuole ascolto e tanta passione, e tutto questo non ha età”

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Due giovanissimi docenti siciliani diventeranno dirigenti scolastici dal 1° settembre dopo aver superato il concorso: i due hanno solo 29 e 35 anni. Lo riporta Avvenire.  

“Si, sono il più giovane in Sicilia”, dice il 29enne. “Che lo sia anche in Italia lo apprendo da voi e il fatto mi sorprende e rende orgoglioso. Il ruolo richiede visione chiara, capacità di ascolto, competenze organizzative e tanta passione. E tutto questo, non ha età”.

“La scuola italiana ha iniziato ad aprirsi alla possibilità di essere guidata da una generazione più giovane, è un segnale positivo”, continua. “I giovani nella pubblica amministrazione dovrebbero avere un ruolo centrale, non tanto per sostituire chi ha l’esperienza – riflette – quanto per affiancarli creando un dialogo intergenerazionale per garantire un reale passaggio di competenze e professionalità”.

“Non è il contratto a dare senso al lavoro, ma ciò che ci metti ogni giorno”

“Non è il contratto a dar senso al lavoro, ma ciò che ci metti ogni giorno”, afferma il 35enne. “Quando tutto sembra fermo, servono persone che ci credono ancora. Oggi questo accade nel pubblico impiego ed è proprio in questo sistema che appare immobile che serve movimento”.

Quest’ultimo ha ottenuto il ruolo ad appena 25 anni, per poi andare in cattedra come docente di laboratorio prima e insegnante di sostegno oggi in diverse scuole del messinese, fino all’esperienza di vice preside per qualche anno. Ingegnere civile che ha irrobustito la sua esperienza tra le fila del sindacato, per lui “la scuola ha bisogno cura e visione. È un sistema che respira grazie a migliaia di colleghi che ogni giorno insistono e resistono per dare risposte alla società e soprattutto agli studenti che si scoraggiano e ne chiedono il senso”.

Un docente a 24 anni

Spesso abbiamo parlato di docenti molto giovani. Qualche giorno fa un giovane docente di 24 anni ha raccontato, ai microfoni de Il Messaggero, la sua esperienza in cattedracome si sta trovando con colleghi più grandi e con studenti praticamente coetanei. Secondo il ragazzo, il più giovane insegnante di ruolo della provincia di Padova, essere giovani è un vantaggio.

Il 24enne è insegnante di sostegno in un Istituto tecnico agrario, dove è entrato di ruolo dopo aver superato il concorso e completato con successo l’anno di prova. “Non so se sia un record – racconta sorridendo – ma sicuramente è una soddisfazione. In questi tre anni di insegnamento ho costruito il mio personale bagaglio di esperienze, che mi aiuta ad affrontare con più serenità le difficoltà quotidiane”. 

Il ragazzo, a 22 anni, ha lasciato Benevento per il Veneto. “Con i colleghi più anziani c’è stata subito sintonia – aggiunge –. All’inizio magari qualche sorriso, in effetti può fare un po’ strano vedere un docente molto giovane, e capita che qualcuno mi confonda con gli studenti. Ma, passato il primo momento di sorpresa, è venuto tutto naturale. Una volta sul campo, l’età non conta più. Anzi, a volte è un vantaggio: vedo che i ragazzi si trovano molto a loro agio con me, si confidano facilmente, a volte anche troppo. Però è sicuramente un pro, non un contro”.