
Un giovane docente di 24 anni ha raccontato, ai microfoni de Il Messaggero, la sua esperienza in cattedra e come si sta trovando con colleghi più grandi e con studenti praticamente coetanei. Secondo il ragazzo, il più giovane insegnante di ruolo della provincia di Padova, essere giovani è un vantaggio.
La storia del docente
Il 24enne è insegnante di sostegno in un Istituto tecnico agrario, dove è entrato di ruolo dopo aver superato il concorso e completato con successo l’anno di prova. “Non so se sia un record – racconta sorridendo – ma sicuramente è una soddisfazione. In questi tre anni di insegnamento ho costruito il mio personale bagaglio di esperienze, che mi aiuta ad affrontare con più serenità le difficoltà quotidiane”.
Il ragazzo, a 22 anni, ha lasciato Benevento per il Veneto. “Con i colleghi più anziani c’è stata subito sintonia – aggiunge –. All’inizio magari qualche sorriso, in effetti può fare un po’ strano vedere un docente molto giovane, e capita che qualcuno mi confonda con gli studenti. Ma, passato il primo momento di sorpresa, è venuto tutto naturale. Una volta sul campo, l’età non conta più. Anzi, a volte è un vantaggio: vedo che i ragazzi si trovano molto a loro agio con me, si confidano facilmente, a volte anche troppo. Però è sicuramente un pro, non un contro”.
“L’inserimento nel mondo della scuola è complicato, è vero”
“La sfida sta proprio nel non superare il limite della confidenza. È fondamentale stabilire dei paletti e mantenere un rapporto chiaro: è bello creare un legame, ma è altrettanto necessario che i ruoli siano ben definiti. Devono essere chiari i confini, le posizioni e le regole da rispettare”, queste le sue parole che suonano come consigli per altri coetanei che vogliono intraprendere la sua strada.
“Accompagnare i ragazzi nel loro percorso di crescita, essere parte del loro sviluppo umano e scolastico, lasciare un segno nel loro cammino: questo è il significato più autentico dell’insegnare. L’inserimento nel mondo della scuola – conclude il giovane prof – è complicato, è vero. Ma con passione, impegno e pazienza si può costruire qualcosa di importante, e contribuire davvero a cambiare le cose, un ragazzo alla volta”.
A soli 19 anni vincono il concorso, ecco chi sono i due docenti tra i più giovani d’Italia
Qualche tempo fa abbiamo parlato di due tra i più giovani insegnanti d’Italia, di diciannove anni: diplomati a luglio 2023 presso un’istituto in provincia di Salerno, i due ragazzi hanno vinto un concorso a cattedre, diventando insegnanti tecnico-pratici (ITP). Angelo insegna adesso a Chieri, mentre Jacopo a Chivasso, lavorando nei laboratori per formare le nuove generazioni.
“La prima volta in classe è stata la sfida più grande”, racconta Angelo in un’intervista al Corriere della Sera. “Passare da alunno a docente è stato inizialmente spiazzante, ma una volta rotto il ghiaccio è diventato tutto più naturale. La nostra età ci avvantaggia: parliamo agli studenti con un linguaggio giovane, il nostro, e questo ci ha permesso di creare subito sintonia”.
Per Jacopo, vivere e lavorare lontano da casa non è un ostacolo, sempre al Corriere racconta: “Durante il periodo di studi ho partecipato a progetti Erasmus in Spagna e scambi culturali in Belgio, quindi sono abituato a stare lontano. Noi giovani del nuovo Millennio siamo figli del mondo, le distanze non ci spaventano“.
Entrambi hanno realizzato il sogno di lavorare nella scuola poco dopo il diploma. Angelo, infatti, ha iniziato con una supplenza come assistente tecnico per poi affrontare il concorso. “Mai arrendersi: se si fallisce, bisogna riprovare. La costanza premia sempre”, afferma con convinzione.