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Docenti obbligati a svolgere lavoro di segreteria didattica

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La vicenda è accaduta nel mese di giugno dell’anno scolastico appena trascorso, in un istituto superiore sito nella zona sud della città di Milano.

L’impavido reggente con una bizzarra circolare che suona da precetto ha “invitato” tutti i docenti a T.I. e T.D. che non fossero impegnati negli esami di stato a prendere parte a strani lavori fino al 30/06/2015 di cosiddette “commissioni classi”.
In buona sostanza, i malcapitati docenti ci hanno scritto che dietro la maschera “commissioni classi” fittizie e capziose, sono stati pressoché obbligati a svolgere un mero lavoro di segreteria didattica per la gestione delle iscrizioni relative all’anno scolastico in corso 2015/2016, che per competenze, professionalità e profilo giuridico, spetta agli assistenti amministrativi e non ai docenti.
L’adesione alle commissioni per i docenti è volontaria e non può e non deve essere richiesta o imposta per circolare o ordine di servizio; oltretutto essendo un’attività accessoria o aggiuntiva, va retribuita dal Fondo dell’Istituzione Scolastica, pertanto, ne deriva che la decisione di accettare o rifiutare incarichi in commissione, spettano solamente al docente eventualmente interessato ed a nessun altro; non c’è bisogno di particolari studi o specializzazioni per capire un concetto così lineare e trasparente.

Non può e non deve essere richiesta, ancor meno nel periodo che va dalla fine degli scrutini fino al 30/06, dove l’unico obbligo contrattuale per i docenti che non partecipano agli esami di stato come commissari o presidenti, è quello di presenziare in turnazione agli scritti degli esami di stato per eventuali sostituzioni dei commissari.

Nella triste vicenda che ci hanno raccontato, oltre alla grave violazione del CCNL Scuola ed all’abuso d’autorità, il problema ancor più grave è dato dalla privacy per i dati sensibili (codici fiscali, numeri di cellulare dei genitori, problematiche di salute e sociali degli alunni) che i malcapitati docenti sono stati costretti a violare nelle varie operazioni amministrative da svolgere per regolarizzare e/o gestire pratiche d’iscrizione ed altre attività che sono di stretta competenza dell’ufficio amministrativo che si occupa degli alunni.

Un altro grosso problema, è stato rappresentato da eventuali errori ed omissioni che si sono potuti verificare durante queste operazioni, data la scarsissima preparazione di questi docenti improvvisatisi assistenti amministrativi di fortuna.

Ci si chiede: in questi casi chi risponderebbe dei danni cagionati all’utenza o all’amministrazione scolastica?

Dulcis in fundo, la sicurezza sul lavoro: se un docente dovesse farsi male mentre svolge queste attività non previste dalla sua funzione, l’infortunio sul lavoro verrebbe riconosciuto? In quest’altro caso di chi sarebbe la responsabilità? Del docente che ha accettato “l’invito in commissione” o del DS che ha invitato il docente ad assumere l’incarico?

Forse è per questi motivi che è stato “artatamente” posto come invito? Per scaricare altresì eventuali responsabilità sui già martoriati docenti, qualora si verificasse una delle ipotesi sopra paventate?

Docenti cornuti e mazziati come si suol dire.

E’ palese che la circolare incriminata, oltre ad essere illegittima, è platealmente sprezzante della figura professionale del docente, che evidentemente è percepito come un numero o un soldatino di piombo da posizionare a piacimento del puparo di turno in spregio ad ogni norma e condotta morale e professionale.

D’altronde, il reggente impenitente autore della circolare, non è nuovo a questi episodi di gestione, diciamo così “allegra e creativa” del personale della scuola.

Infatti, non più tardi di qualche anno fa, nel 2010, ebbe ad avere guai seri a seguito di gravi esposti da parte di genitori degli alunni e personale scolastico di un altro Istituto Comprensivo di Milano (dov’era DS protempore) a cui si unirono corali ed incisive azioni delle OO.SS. territoriali di Milano che attivarono addirittura la procedura di raffreddamento e conciliazione innanzi al prefetto chiedendo la rimozione dell’indomito DS per inefficienze e scorrettezze profuse, da cui seguì poi un’ispezione dell’USR Lombardia che effettivamente riscontrò le gravi accuse denunciate, come descrissero minuziosamente anche alcuni articoli di Repubblica e Corriere della Sera .

Ad oggi, nonostante tutto, il personaggio in questione è ancora in servizio come dirigente scolastico di un istituto comprensivo di Milano e non si osi immaginare come gestirà il personale della scuola dopo l’introduzione delle norme cosiddette “sceriffe” della Legge 107/2015