Il lavoro dell’insegnante, spesso idealizzato come una missione, nasconde in realtà un carico emotivo e psicologico significativo. Dietro ogni lezione c’è una preparazione meticolosa, uno scambio continuo con gli studenti e una costante pressione nel gestire dinamiche complesse. Non sorprende, quindi, che molti docenti si sentano spesso stanchi, stressati e in difficoltà, come emerge chiaramente da una riflessione del dott. Marco Catania, psicologo specializzato in Neuropsicologia dell’età evolutiva e Psicologia scolastica
In un contesto in cui il burnout degli insegnanti è ormai un tema all’ordine del giorno, arriva anche un suggerimento semplice, ma potenzialmente efficace: la tecnica di diffusione. Niente strumenti complicati né corsi intensivi: si tratta solo di concentrarsi sul presente, di restare mentalmente ancorati a ciò che si sta facendo nel “qui e ora”, senza farsi travolgere dalla frenesia del “prossimo compito”.
Il consiglio dell’esperto: “Finisce la lezione in terza B? Non pensare subito alla quarta B. Invece di correre con la mente tra un’aula e l’altra, stacca mentalmente. Rifletti su ciò che hai appena fatto, assapora quel momento, poi ricomincia da capo con rinnovata attenzione”.
Secondo lo psicologo questa piccola strategia di consapevolezza può fare la differenza: “La giornata sarà comunque faticosa, certo, ma con un carico di stress inferiore“.
In un’epoca in cui la salute mentale sul lavoro diventa sempre più centrale, anche per chi opera nella scuola, tecniche come questa meritano attenzione. Non risolvono tutti i problemi, ma rappresentano un primo passo per restituire agli insegnanti la possibilità di respirare, anche solo per qualche minuto, tra una lezione e l’altra. Perché, in fondo, prendersi cura dei docenti significa prendersi cura dell’intero sistema educativo.