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Docenti sostegno precari confermati dalle famiglie, Valditara esulta per il via libera del Tar: ora tuteleremo meglio gli alunni con disabilità

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, accoglie “con soddisfazione” l’ordinanza del Tar del Lazio che in sede cautelare ha rigettato la richiesta dei sindacati Flc-Cgil e Gilda degli insegnanti di sospendere il decreto n. 32 del 26 febbraio scorso che apre al parere delle famiglie sulla scelta del docente di sostegno precario, previo comunque parere finale da parte del dirigente scolastico: una decisione che riguarda oltre 100 mila supplenti di sostegno, ovvero circa la metà di quelli impegnati, in alto numero al momento anche senza specializzazione, a supporto dell’apprendimento dei circa 350 mila alunni con disabilità che frequentano le nostre scuole in tutti gli istituti scolastici.

Le parole del Ministro

Il numero uno del dicastero bianco, vero sostenitore della decisione di dare impulso alla spinta delle famiglie nel confermare il supplente che svolge didattica speciale, ha detto che con il ‘no’ del Tar prosegue l’azione del Ministero “a tutela degli studenti con disabilità, consentendo alle famiglie di poter chiedere la conferma del docente di sostegno, che ha lavorato per l’anno in corso con il proprio figlio”.

“Siamo convinti – ha sottolineato Valditara – che la continuità didattica, soprattutto per i ragazzi più fragili, sia un valore fondamentale, che va promosso anche quando si tratta di docenti con contratto a tempo determinato. Si rafforza, e continuerà sempre, il nostro impegno per garantire a tutti gli studenti effettive condizioni di valorizzazione”.

La contrarietà dei sindacati

Come abbiamo avuto modo di scrivere, di tutt’altro avviso si sono detti i sindacati di comparto promotori del ricorso al Tar del Lazio

Secondo la Filc-Cgil “si tratta di una decisione inspiegabile e inaccettabile, in quanto il Tar non è entrato nel merito della questione, sostenendo che le organizzazioni sindacali ricorrenti non siano legittimate ‘ad agire in giudizio quando la questione non riguarda un interesse omogeneo dell’intera categoria, ma può dividere i docenti in posizioni contrastanti’”.

“La continuità didattica – ha detto Vito Carlo Castellana, leader della Gilda degli Insegnanti – si garantisce solo trasformando i posti in deroga in posti in organico di diritto, e successivamente stabilizzandoli. Valuteremo comunque di tutelare caso per caso i docenti che verranno danneggiati”, così in una nota la Gilda degli Insegnanti.