
Con l’inizio del nuovo anno scolastico una delle scelte chiamate a fare dai genitori è lo sport più adatto ai propri figli.
C’ è il bambino che ha le idee chiare e chi invece ha bisogno di essere stimolato perché più pigro. La scuola e i genitori devono supportare la scelta del bambino perché l’attività motoria riveste una importanza fondamentale per lo sviluppo psico fisico del bambino stesso.
Lo sport è un’attività fondamentale per lo sviluppo dei ragazzi e va praticato fin dai primi anni di vita, è importante per una crescita armonica e in salute dei bambini e dei ragazzi e per contrastare la sedentarietà giovanile, purtroppo molto diffusa nel nostro paese unitamente al sovrappeso e all’obesità infantile
Secondo le più recenti raccomandazioni dell’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) i bambini di 3-4 anni dovrebbero fare un minimo di tre ore al giorno di gioco libero, di cui almeno un’ora al giorno di attività motoria strutturata, mentre i bambini e gli adolescenti di età compresa tra i cinque e i 17 anni dovrebbero praticare almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato muscolo-scheletrico almeno tre volte a settimana. (fonte Gazzetta di Parma)
L’obesità in Italia: dati non confortanti
Se analizziamo il contesto italiano tra sport e obesità i dati non sono purtroppo confortanti
Il nostro Paese è caratterizzato da una alta percentuale di obesità infantile (17%) e sovrappeso nei bambini fra i 7 e i 9 anni (39%) (fonte: European health report 2024, Oms).
I motivi sono molteplici. Uno è sicuramente legato alla lunga permanenza dei bambini e ragazzi davanti allo schermo della tv e dai cellulari. Una sedentarietà purtroppo molto legata anche al contesto economico della famiglia. Nel nostro Paese, solo poco più di un quarto della popolazione (dai tre anni di età) pratica costantemente uno sport nel tempo libero mentre guardare lo sport davanti a tv e smartphone assorbe una parte importante del tempo libero che i giovani hanno a disposizione
In Italia fare sport significa un esborso economico importante per le famiglie. Non esiste un modello come in altri Paesi di sport abbinato alla scuola e parte integrante del percorso di studi.
Il ruolo fondamentale della scuola
Molto può e deve fare la scuola. Le ore di educazione motoria sono per tanti studenti l’unica possibilità di fare movimento.
Per questo è importante avere da una parte strutture adeguate (palestre, attrezzi) dall’altra la volontà di docenti e studenti di svolgere le ore di educazione motoria lavorando bene sia sulla parte di motricità che su quella della coordinazione.
Un altro aspetto importante è il supporto ed orientamento dei genitori nella scelta dello sport.
L’orientamento per lo sport dovrebbe esser fatto a scuola così come viene effettuato per la scelta delle scuole superiori. La regola più importante da seguire è fare in modo che lo sport rispetti le inclinazioni del bambino o del ragazzo e devono essere quindi loro, e non i genitori, che devono poter esprimere la preferenza per questo vanno aiutati a poterlo fare, poiché non esiste un’attività sportiva migliore in assoluto di altre
In questo modo si aiuterebbero i genitori nell’importante scelta dello sport da far praticare il pomeriggio.
L’importanza di fare sport
A seconda delle varie età, ci possono essere attività maggiormente indicate perché si armonizzano meglio con la fase di sviluppo del bambino stesso.
Fino a 4-5 anni possono essere più indicati gli sport che favoriscono la conoscenza del proprio corpo nello spazio e che utilizzano tutti i muscoli del corpo come ad esempio il nuoto o le arti marziali, poi dai 5-6 anni le attività che migliorano la coordinazione neuromotoria come le specialità dell’atletica leggera (corsa, salti, lanci ecc).Dai 6-7 anni possono iniziare gli sport che prevedono l’utilizzo di uno strumento come ad esempio il tennis o il ciclismo mentre quando il bambino avrà acquisito una maggiore sicurezza in sé e sarà pronto a collaborare con altri bambini, potranno cominciare a praticare gli sport di squadra (rugby, pallavolo, calcio, basket, pallamano, pallanuoto): la scelta dovrà essere fatta sempre assecondando le preferenze e le inclinazioni sportive del bambino, lasciandolo libero di scegliere e anche di cambiare sport ogni anno se lo desidera. (fonte Gazzetta di Parma).
Immaginate l’importanza per un bambino timido poter praticare uno sport di squadra che mette in risalto il concetto di gruppo, aiuta a superare la timidezza, e ti fa fare molti amici.
Lo sport nelle età della pre-adolescenza e adolescenza permette di aumentare l’autostima, di migliorare la gestione dei rapporti con i coetanei, ha impatti positivi sulla qualità del sonno, oltre a tenere lontane cattive abitudini come fumo e alcol.
Molto importante è non cadere nel fenomeno della selezione precoce dei talenti, motivo troppo spesso di abbandono della pratica sportiva da parte dei ragazzi e per i genitori è oltremodo fondamentale non caricare di troppo agonismo e aspettative il bambino che deve poter sbagliare e fare esperienza senza pressione addosso.
Il fenomeno del drop out sportivo
Parlando di drop out sportivo si fa riferimento ad un fenomeno, tipicamente giovanile, che porta all’allontanamento (temporaneo o definitivo) dalla pratica sportiva. In parole povere si parla del momento in cui ragazze e ragazzi smettono di fare sport per i motivi più disparati: dalle incombenze scolastiche all’emergere di nuovi interessi, da una delusione derivante proprio dallo sport praticato in precedenza dal troppo impegno richiesto dalle discipline alla difficoltà di conciliare i propri impegni quotidiani (fonte sport e governo)
I dati ISTAT riferiti al 2019 -2020 relativi alla fascia di età 11-14 anni fanno riferimento a percentuali di abbandono di attività sportive intorno al 60%. Va considerato che la Generazione Z si distingue in maniera molto netta dalle precedenti per via di una diversa visione e “pratica” dell’attività motoria. In particolare, la loro visione è che qualunque attività fisica venga considerata sport, il tempo trascorso all’aperto con amici e altri praticanti e la ricerca sempre maggiore dello sport come strumento di benessere, ma anche di bellezza esteriore, fanno sì che si sia diffusa una pratica più libera e meno strutturata rispetto alla vecchia concezione di sport praticato in impianti sportivi




