Home Alunni Dsa in aumento, coinvolti 370mila alunni. Il sociologo: problema elefantiaco ma non...

Dsa in aumento, coinvolti 370mila alunni. Il sociologo: problema elefantiaco ma non va medicalizzato

CONDIVIDI

I Disturbi specifici dell’apprendimento “sono in aumento esponenziale e interessano il 3-5% della popolazione scolastica”.

Lo dice all’Ansa Ivano Spano, docente di Sociologia all’Università di Padova, che sarà tra i relatori del convegno internazionale ‘La scuola ripensata. Disturbi dell’apprendimento o dell’insegnamento?’, organizzato da Pensare Oltre – Movimento Culturale.

“Il tema è molto caldo e dibattuto, e da qualche anno affrontiamo un problema diventato quasi elefantiaco, con risvolti di eccessiva medicalizzazione”, ha detto il sociologo.

I NUMERI DEL FENOMENO IN CRESCITA

Si stima che i disturbi dell’apprendimento, riporta Spano, riguardino 370mila studenti tra i 6 e i 18 anni, mentre la Sindrome da deficit di attenzione e iperattività “è stimata al 4% degli studenti italiani, cioè oltre 296mila bambini. Il 50% di loro, poi, presenta anche disturbi dell’apprendimento e difficoltà nelle relazioni interpersonali”.

Per gli esperti, quindi, c’è sempre più “la necessità urgente di ripensare tutti i processi educativi e pedagogici: dalla famiglia alla scuola”.

Tra i problemi individuati dall’esperto c’è ad esempio quello definito come ‘Metodo globale’ di insegnamento: consiste nel far imparare le parole ai bambini attraverso le immagini.

“Questo però – sottolinea Spano – non permette al ragazzo di impossessarsi dell’alfabeto. Non usa il lessico tradizionale, vede la figura di una casa e impara ad associarla al concetto; però questo fa leva solo sulla sua memoria, e non sulla capacità di comprensione. Inoltre, in questo modo vengono a perdersi i molteplici significati della parola, col risultato che ogni lettura è solo uno sforzo di memoria, ma non di comprensione”.

In tal modo, i bambini “finiscono per imparare poche parole, e se incontrano una parola nuova di cui non hanno ancora visto l’immagine non sanno abbinarla a un significato”.

SERVONO DUE STRADE

Servono, allora, due percorsi: ripristinare la funzione della pedagogia, “che è scomparsa dalle nostre scuole”; far sì che gli insegnanti “applichino il metodo di ricostruire la parola, non solo rappresentandola in maniera visiva. Con questo metodo, alcune insegnanti delle superiori riescono in un anno a far sì che una persona dislessica recuperi una capacità normale di lettura”.

Il convegno ‘La scuola ripensata. Disturbi dell’apprendimento o dell’insegnamento?’, si svolgerà a Milano dal 20 al 21 ottobre: riunisce esperti come Bruce Deitrick Price, intellettuale americano e studioso dei fenomeni culturali e didattico-pedagogici, e Luisa Piarulli, docente di psicologia e pedagogia all’Università Cattolica di Milano e presidente dell’Associazione nazionale pedagogisti.