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Due scuole su tre insicure, senza palestra e mensa: agibilità, motoria e tempo pieno rimangono un sogno

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Molte scuole continuano a non essere sicure. Anzi, col passare degli anni, poiché nella metà dei casi parliamo di istituti costruiti più di mezzo secolo fa, diventano sempre più a rischio crolli. Lo ha detto qualche mese fa Cittadinanzattiva, attraverso i risultati annuali prodotti dall’Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola: tra agosto 2019 e novembre 2020 sono stati rilevati ben 50 episodi di crolli, distacchi di intonaco, caduta di finestre, muri di recinzione e di alberi in prossimità delle scuole. Adesso l’allarme sicurezza arriva anche dagli enti locali. Come la Regione Sardegna, che ha fornito delle percentuali di rischi decisamente alte.

Secondo la Regione, solo il 30% degli edifici scolastici sardi è in possesso del certificato di agibilità e una percentuale addirittura inferiore è munita della certificazione di prevenzione incendi.

Manca la manutenzione

Anche il corpo edilizio degli istituti scolastici (scale, coperture, intonaci, controsoffitti) lascia molto a desiderare: oltre la metà degli immobili richiede opere di manutenzioni parziali e, in circa il 10% dei casi, totali. Per la Regione Sardegna è stato inevitabile, stando così le cose, prorogare al 2024 il Piano triennale di edilizia scolastica 2021-2023 prevedendo che anche l’Unità di progetto incaricata della gestione degli interventi sia prorogata al 30 giugno 2024.

Nell’Isola, ha detto l’assessore della Pubblica istruzione Andrea Biancareddu, “sono presenti 1.749 edifici scolastici gestiti dai Comuni, dalle Provincie e dalla Citta Metropolitana di Cagliari. La maggior parte, pari all’86,17%, è stata realizzata oltre 30 anni fa”.

Per mense e palestre servono fondi importanti

C’è poi un problema oggettivo di spazi sportivi e di mense: dai dati forniti della Regione Sardegna emerge che solo il 29,5% degli edifici ha una palestra e solo il 26,97% ha uno spazio mensa dedicato”.

Sono numeri importanti, che dovrebbero tenere in considerazione coloro che ciclicamente tornano a parlare di educazione motoria obbligatoria in tutti i cicli e di tempo pieno ovunque: La Tecnica della Scuola ha calcolato che per solo per introdurre nella primaria l’attività di educazione fisica curricolare servirebbero 11 mila maestri specializzati e 340 milioni di euro l’anno.

Anche la mancanza delle mense scolastiche non è un problema di poco conto: come si fa, infatti, a realizzare il tempo pieno (l’attività didattica almeno fino alle 16) se le scuole non possiedono al loro interno un luogo adibito ai pasti?

“Questi spazi sono però fondamentali per la qualità dell’apprendimento e per l’opportunità di svolgere attività didattica durante l’intera giornata”, ha detto giustamente l’esponente della Giunta Solinas.

Tra passato e futuro

A distanza di tredici anni dalla tragedia di Rivoli, dove nel liceo scientifico Darwin perse la vita un ragazzo di appena 17 anni, Vito Scafiti, a causa del crollo di un controsoffitto, tanti problemi di edilizia rimangono quindi ancora irrisolti.

Diventa sempre più importante, dunque, che i fondi in arrivo dal Recovery plan (diversi miliardi specifici per la ristrutturazione e la costruzione di nuove scuole innovative) vengano gestiti al meglio e più in fretta possibile: la sicurezza e il diritto alla studio non possono attendere.

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