Home Archivio storico 1998-2013 Esami di Stato Errori nelle tracce d’Esame: le associazioni si appellano al Tar

Errori nelle tracce d’Esame: le associazioni si appellano al Tar

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Limitare la valutazione dei candidati alla sola prova orale e al giudizio formulato dal Consiglio di Classe per l’ammissione dei maturandi; più cinquecento euro a studente, per un totale di 248 milioni e 318.500 euro come risarcimento danni: è la richiesta che il “Codacons” e l’“Associazione per i diritti civili nella scuola” hanno fatto, tramite il Tar del Lazio,  al Ministero dell’istruzione, università e ricerca a seguito degli errori e le inesattezze presenti in tre delle tracce degli Esami conclusivi di Stato della scuola superiore. Tramite i rispettivi avvocati, le due associazioni hanno convocato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini dinanzi al Tribunale regionale del Lazio chiedendo anche che il giudizio degli studenti sia limitato alla sola prova orale e al giudizio formulato dal consiglio di classe per l’ammissione dei maturandi.
I fatti su cui si basa il ricorso sono tutti circostanziati: il 18 giugno viale Trastevere, nel dettare le linee guida cui gli esaminandi avrebbero dovuto rifarsi per l’elaborazione della prima prova di italiano, avrebbe definito costantemente la poesia di Montale come ispirata e dedicata ad una figura femminile sostenendo che “il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso” e chiedendo anche di sviluppare, partendo dal testo, “il ruolo salvifico e consolatorio della figura femminile“.
Queste errate indicazioni sul testo – affermano Codacons e Associazione per i diritti civili nella scuola – hanno compromesso il regolare svolgimento della prima prova di italiano, rendendo impossibile una valutazione equa sia degli studenti che hanno scelto di svolgere la prima traccia, sia di quelli che hanno optato per lo svolgimento delle altre tracce, poiché si è venuto a creare un divario insanabile tra gli uni e gli altri in sede di valutazione. Gli uni verranno valutati sulla base di una prova non idonea nella traccia, diversamente dagli altri, con evidente ingiusto riscontro di tale diversità di situazioni sul punteggio finale attribuito”.
L’impugnazione non si ferma però solo alla prima verifica scritta. Rilievi vengono fatti anche per il testo di greco proposto al liceo classico in occasione della seconda prova e per quella di inglese dedicata agli istituti tecnici per il turismo: nel primo caso “era mancante di un pronome – sostengono i legali delle due associazioni -, mancanza che ha snaturato il testo e reso ovviamente ostica la traduzione”. Nel secondo gli studenti hanno svolto un elaborato sulla base di una traccia “disseminata di errori“.
Tre grossolane sviste che potevano essere tranquillamente evitate. E che invece hanno leso i diritti dei candidati. “Le gravi inesattezze contenute nelle due prove scritte – concludono gli avvocati – rappresentano non solo una palese ingiustizia e una manifesta disparità di trattamento, ma anche una violazione delle leggi in materia di esami“.
Le richieste formulate sono quindi quelle di limitare il giudizio dei circa 470.000 candidati “alla sola prova orale e al giudizio formulato dal consiglio di classe per l’ammissione dei maturandi“. Considerando poi che le prove sono state “viziate ed errate nei loro presupposti”, i legali sostengono che ciò avrebbe reso ancor più “difficoltoso ed ostico per gli studenti affrontare un momento così importante, con forti ripercussioni su molti di questi, e dei loro familiari, che al momento attuale stanno certamente vivendo un forte stato di stress emotivo, causato dall’incertezza della valutazione nonché dell’esito finale degli esami stessi“: da qui la richiesta di risarcimento. Un’altra grana per il neo Ministro Mariastella Gelmini, che ha comunque immediatamente compreso la gravità della situazione rimuovendo il
Presidente della struttura tecnica per gli Esami di Stato e promettendo di adottare la stessa misura su altri eventuali responsabili. Basterà per vincere il ricorso al Tar?