Home I lettori ci scrivono Esiste ancora un’etica del linguaggio?

Esiste ancora un’etica del linguaggio?

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Stiamo scivolando, giorno dopo giorno, nel linguaggio sconveniente. In ogni caso inopportuno. Ed il cattivo esempio arriva proprio dai modelli, cioè da coloro che esercitano un forte condizionamento sociale. Soprattutto sui giovani, sui bambini, sugli immaturi, sui conformisti a prescindere. Prendiamo il leader dello stato più importante del mondo. Donald Trump. Per quanto, nell’immaginario collettivo sia diventato un esempio improponibile di comunicazione, è innegabile che eserciti a suo modo una notevole influenza sociale. Quando afferma che da ogni parte del mondo, i capi di stato fanno a gara per ‘leccargli’ il ‘deretano’, pur di poterlo convincere ad abbassare i dazi, egli ricorre ad un modo di esprimersi che rimanda ai momenti più oscuri del Novecento totalitario.

Ma non è l’unico. Piero Chiambretti ha iniziato, ieri sera, la sua trasmissione, ‘Finché la barca va’, paragonando la regina Camilla in visita a Roma ad una pantegana del Tevere! Ma come si fa ad offendere in questo modo un capo di Stato e, soprattutto, una donna? Una persona. E dire che la sua trasmissione costituisce, forse per molti, un’occasione di rifugio quando, dopo il primo quarto d’ora di cronaca, i telegiornali delle venti iniziano la sequenza insostenibile dei femminicidi. E non è che certe cose non vadano dette, come accade nei regimi autoritari, ma c’è sempre un modo e una misura.

E veniamo ad ‘Affari tuoi’, la trasmissione di Stefano De Martino che raduna attorno al piccolo schermo una moltitudine di famiglie italiane. Ritengo che De Martino sia un autentico carismatico. Brillante, empatico, creativo, dinamico. Battuta immediata, risulta sempre gradevole e disinibito, si coinvolge emotivamente con ciascuno … La sua potrebbe essere la trasmissione ideale per spettatori di tutte le età, bambini compresi. Mi chiedo. Non potrebbe evitare quel martellante ricorso al tema del sesso, espresso, ad esempio, dalla canzone “Tu con chi fai l’amore” dei The Kolors. Per me, è così imbarazzante, soprattutto alla presenza dei bambini.

Una domanda.
Secondo voi, è ancora una qualità pensare che qualcosa come l’intimità coniugale sia un valore che non vada banalizzato e che meriti di essere circondato di pudore? E poi. L’amore è una cosa che ‘si fa’ o qualcosa che ‘si sente’, che ‘si è’, che fa parte della totalità della persona, come espressione profonda di noi? Cosa deve pensare un adolescente in pieno bombardamento ormonale? Che siamo automi programmati per comportamenti ripetitivi? Che chi non entra in quel tipo di routine non è normale?

Luciano Verdone