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Finanziaria, non solo rinunce: previste 20 mila assunzioni in due anni

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La Finanziaria non porterà solo tagli e rinunce: oltre al mancato rinnovo del contratto, al blocco degli scatti di anzianità e alla riduzione del 10% delle spese complessive, al pari degli altri ministeri (tranne quello della Difesa), appare ormai certa la notizia che verranno attuate10 mila assunzioni. Anche se si tratta di un numero davvero esiguo – perché va suddiviso tra le oltre cento province italiane, i diversi ordini scolastici e le tante classi di concorso – si tratta comunque di un segnale positivo: uno dei punti cardini della manovra di bilancio sarà, infatti, il blocco del turn over. Ma poiché nella scuola il fenomeno del precariato ha assunto negli ultimi anni proporzioni gigantesche – 300 mila docenti abilitati e almeno 50 mila Ata in lista di attesa – i ministri non se la sono evidentemente sentita di chiudere del tutto la porta. Anche perché, è bene ricordarlo, tra quattro mesi dalla scuola se ne andranno, per accedere alla pensione, oltre 30 mila lavoratori.
La notizia delle assunzioni era stata divulgata al grande pubblico, nella tarda serata del 26 maggio, durante la trasmissione Porta a Parta, su Rai1, dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi. Immediatamente confermata dal leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha tenuto a precisare come il ruolo del suo sindacato, assieme a quello della Uil, sia stato decisivo nel convincere il Governo.
Una linea ribadita anche dal comparto Scuola dello stesso sindacato: attraverso un comunicato ha annunciato che il via libera sarebbe stato accordato anche per altre 10.000 assunzioni da attuare nell’anno successivo: “è un buon risultato – scrive la Cisl Scuola – aver ottenuto la garanzia di 20.000 assunzioni a tempo indeterminato, sia pure suddivise in due anni, in un contesto che vede per il resto del pubblico impiego il blocco generalizzato del turn over. Più cauta la Uil Scuola, secondo cui “in attesa di verificare il testo, lazione sindacale sembra aver ottenuto il mantenimento delle assunzioni in ruolo anche per l’anno scolastico 2010-2011. Non è quindi ancora chiaro quando verrà attuata la prima delle due tranche di assunzioni: subito o, più probabilmente, tra un anno?
L’enigma non è chiarito nemmeno dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, che rilasciando un’intervista ad un settimanale nazionale, in edicola il 28 maggio, si limita a dire che grazie ai tagli attuati nell’ultimo biennio il “primo miliardo e 600 milioni, già recuperato dalle spese inutili della sinistra” permetterà di effettuare “10 mila nuove assunzioni nel prossimo anno“. In attesa di leggere l’intervista integrale, e capire magari se le la prima tranche delle assunzioni si concretizzerà entro l’estate prossima o quella del 2011, appare ormai pressoché sicuro anche un altro un dato: il 30% dei fondi messi da parte non andranno più ad incentivare, almeno per il momento, quel docente ogni quattro reputato particolarmente bravo a svolgere il mestiere di insegnante. I circa 7 mila euro annui, annunciati dalla Gelmini ormai quasi due anni orsono, serviranno infatti principalmente a compensare le spese aggiuntive derivanti dalle assunzioni.
Assunzioni che, almeno secondo un quotidiano, potrebbero anche essere attuate attraverso un concorso selettivo e non tramite lo scorrimento delle graduatorie. Una possibilità che, tuttavia, docenti ed esperti del settore accolgono con molta freddezza.
Intanto, sulle scelte fatte dal Governo sul fronte del nuovo reclutamento, l’opposizione sembra voler fare le “barricate”: secondo Rosa De Pasquale, deputata Pd in commissione Cultura della Camera, lo schema di decreto del Miur sulla regolamentazione della formazione degli insegnanti, presentato in questi giorni, sarebbe “pieno di nodi irrisolti e, soprattutto, non affronta il problema della precarietà dei docenti“. E il fatto che la maggioranza lo abbia votato assieme a 20 condizioni e 15 osservazioni sembrerebbe dire qualcosa. Il ‘nodo’ della regolamentazione della formazione dei docenti risiederebbe, almeno per il centro-sinistra, nella mancanza definizione del processo reclutamento: questo “equivale a illudere i giovani insegnanti – ha proseguito De Pasquale -. Al più il governo poteva fare contemporaneamente due regolamenti, uno per il reclutamento e l`altro per la formazione. Ma l`esecutivo Berlusconi-Tremonti non ha nessuna intenzione di risolvere la piaga del precariato che riguarda centinaia di migliaia di insegnanti, già formati e in attesa di assunzione a tempo indeterminato”.