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Germania, ancora l’ombra del plagio sulla tesi di un ministro. Ma quello dell’Istruzione non si dimette

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Non tutti i ministri sono uguali. Almeno in Germania. Dove un anno mezzo fa fa destò un certo scalpore il veloce passo indietro fatto dall’allora ministro della Difesa, l’astro della Csu, Karl Theodor zu Guttenberg, a seguito dell’accusa di plagio della sua tesi di dottorato.
Ora la storia sembra ripetersi. L’unica differenza è che stavolta i riflettori sono puntati sul ministro dell’Istruzione, Annette Schavan (Cdu), accusata da un ricercatore anonimo qualche mese fa, ma negli ultimi giorni con maggiore enfasi, di aver copiato (32 anni fa!) buona parte della la tesi di dottorato.
La “ministra” però non si è dimessa. Anzi. È sembrata sicura del fatto suo. Dichiarando, a margine di una visita in Israele: "Combatterò". Per poi aggiungere: "Lo devo a me, lo devo alla scienza", ha aggiunto Schavan, cercando così di respingere le accuse di plagio.
Intanto l’Università di Duesseldorf sta indagando sulla vicenda e gli accertamenti sulla tesi di filosofia del 1980 dovrebbero durare qualche settimana.
Il partito socialdemocratico, tuttavia, è partito all’attacco contro la ministra di Angela Merkel. "In quanto ministro dell’Istruzione e della ricerca, è già irreparabilmente danneggiata", ha dichiarato il capogruppo parlamentare della Spd, Thomas Oppermann, aggiungendo che la visita a Gerusalemme forse è stata "il suo ultimo viaggio".
Schavan, tuttavia, gode del rispetto e del sostegno dei compagni di partito e di coalizione: "Anche per un ministro deve valere il principio contrario a condanna preventiva", ha affermato il segretario della Cdu, Herman Groehe. Un principio che in Italia i nostri politici conoscono e applicano da tempo.