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Gli studenti bocciano i nuovi debiti: serve una sanatoria

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Anche gli studenti bocciano sonoramente il nuovo sistema introdotto dal ministro Fioroni per recuperare i debiti formativi: dopo le pesanti critiche dei mesi scorsi operate dai giovani della destra giovanile verso l’O.m. 92 dell’ex Ministro Fioroni, stavolta sono i ragazzi della sinistra ad attaccare il provvedimento. Per Valentina Giorda, portavoce dell’Unione degli studentile scuole si sono dimostrate incapaci di garantire i corsi di recupero, in generale perchè i fondi stanziati si sono rivelati di gran lunga insufficienti e spesso anche l’organizzazione è stata difficoltosa“.
Alla luce dei tanti limiti emersi in questi primi mesi di attuazione delle nuove modalità per recuperare le insufficienze, l’Uds ha avviato una campagna di mobilitazione e una petizione on line per chiedere al nuovo Governo una sanatoria sul recupero delle insufficienze. La protesta, che durerà per un’intera settimana, intende sollecitare il nuovo Governo ad intervenire sulla questione sospendendo la nuova normativa sul recupero dei debiti formativi.
Siamo molto preoccupati dalle migliaia di segnalazioni che ci sono pervenute da studenti di ogni parte d’Italia, che all’unisono denunciano che i corsi di recupero non sono stati organizzati in modo adeguato alle norme del Decreto Ministeriale n. 80″, ha spiegato Giorda.
Secondo le informazioni in possesso dell’esecutivo nazionale dell’Uds, vicina alla sinistra giovanile, solo in pochi casi sarebbe stata “rispettata la normativa che imponeva l’organizzazione dei corsi di recupero per un minimo di 15 ore per tutte le materie, limite che già ai tempi definimmo esiguo“.
Inoltre – continua la portavoce – le poche risorse vengono dalla legge che dovrebbe finanziare la didattica e le attività studentesche, soluzione inaccettabile e che ricade sulla qualità dell’offerta formativa e dell’istruzione. Così sono aumentate le ingiustizie per chi non ha la possibilità di pagarsi ripetizioni private e si è abbassata notevolmente la qualità delle attività laboratoriali, integrative e complementari“.
Il comitato esecutivo Uds fa sapere di aver ricevuto anche segnalazioni di studenti che non hanno avuto la possibilità di seguire in questi mesi i corsi di recupero, da cui risulta che molti “corsi venivano attivati – spiega la rappresentante – soltanto per chi aveva un voto minore al 4, oppure perchè le materie in cui avevano ricevuto un’insufficienza non erano tra quelle giudicate `importanti’ dal consiglio d’istituto“.
Per questi motivi l’Unione degli studenti ritiene quindi “necessario avviare fin da subito una riflessione approfondita con il nuovo Ministro dell’Istruzione per ripensare in toto il nostro sistema di valutazione, guardando alle migliori esperienze europee”. Al nuovo responsabile dell’Istruzione verrà anche proposto di “lasciare ancora un anno di tempo alle scuole per organizzare i corsi di recupero in modo efficace. Al nuovo governo – spiega la portavoce Uds – chiederemo che fin da subito venga aperto un tavolo affinché nei suoi primi 100 giorni di attività si possano raggiungere in tema di istruzione gli obiettivi per i quali ci battiamo quotidianamente“.
Le altre richieste degli studenti di sinistra vanno dall’abrogazione immediata di quel che resta delle riforme Moratti alla conferma e l’ampliamento del progetto `IoStudio – Carta dello Studente’, ma anche la ridefinizione dei rapporti scuola-lavoro e l’istituzione dello statuto per gli studenti in stage, fino ad un piano di investimenti straordinario sull’edilizia scolastica e per la scuola pubblica.
Crediamo – continua Giorda – che la qualità della scuola non si misuri soltanto con le valutazioni date agli studenti né contando quanti ragazzi vengono rimandati a settembre; ma che si possa misurare in termini di efficacia della didattica, di capacità di recupero delle lacune, di uguali opportunità dati a tutti gli studenti“. La realtà è che “purtroppo nella scuola di oggi non riscontriamo queste qualità, né crediamo che il sistema di recupero dei debiti a settembre sia una soluzione efficace alle carenze della nostra scuola. Noi – conclude Giorda – avevamo già denunciato nell’autunno scorso l’assoluto fallimento di questo metodo di recupero in termini didattici, in quanto non consente la copertura graduale delle lacune né una valutazione in termini progressivi delle conoscenze“.
Ai corsi di recupero estivi dovrebbero partecipare, se verrà rispettato il trend degli scorsi anni, ben quattro studenti delle superiori su dieci: quasi un milione di studenti insufficienti in due-tre materia, con la matematica a fare la parte del leone, che con le rispettive famiglie rischiano di passare l’estate in balia di corsi, verifiche e scrutini finali.
Difficilmente la richiesta di sanatoria dell’Uds potrà però essere accolta: tra un mese i consigli di classe saranno chiamati a decidere se promuovere, bocciare o `congelare’ la decisione dopo la frequenza dei corsi e delle verifiche estive. La macchina organizzativa scolastica ha già predisposto gran parte delle operazioni da svolgere e un dietrofront dell’ultimo momento non verrebbe sicuramente bene accolto.