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Gli ultimi rantoli di un agonizzante fondo d’Istituto

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Recupero degli scatti d’anzianità o fondo d’Istituto? Sembrano queste le due opzioni che il mondo della scuola si trova davanti; se viene concessa l’una, si deve rinunciare all’altra e viceversa.
Una scelta difficile che rischia di farci fare la fine del povero “asino di Buridano”, che nel dubbio di una drammatica scelta, morì di stenti per non sapere cosa fare per prima, se bere o mangiare.
Bisogna comunque ricordare, per un dovere di onestà intellettuale, che la Flc Cgil, aveva chiaramente previsto, che se si fosse risolto il problema dello sblocco degli scatti di anzianità del 2011 con le risorse del fondo d’Istituto, e si fosse continuato con questo meccanismo anche per il 2012 e 2013, il FIS nel 2014 si sarebbe totalmente azzerato. Per questo motivo il sindacato di Mimmo Pantaleo, rischiando l’isolamento sindacale, aveva scelto di non firmare l’accordo che vedeva lo sblocco degli scatti del 2011, a discapito di oltre 300milioni di euro da decurtare dalle risorse del fondo d’Istituto dell’anno scolastico 2012-2013.
Adesso la storia si ripete per lo blocco degli scatti di anzianità per le annualità 2012 e 2013. Cosa fare? Dove trovare le risorse finanziarie per questa operazione?
A queste domande, che non possono avere delle risposte certe, possiamo rispondere con una affermazione, che ha una fondata certezza: “Il fondo d’Istituto con cui si pagano tutte le attività extra curricolare didattiche, ma anche il lavoro di carattere organizzativo è già totalmente insufficiente per garantire i servizi essenziali, figuriamoci se si può decurtare ancora di altre risorse per pagare gli scatti del 2012”.
Il nostro pensiero si sofferma, in particolar modo, sul saccheggio che il MOF ha subito in questi ultimi anni, soprattutto per impedire il blocco degli scatti, e sulle risorse previste dall’art. 64 comma 9 della legge 133/2008, in cui era stato previsto che il 30% degli 8 miliardi di euro di tagli di spesa sull’istruzione, dovessero servire ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola, ma che invece sono stati dirottati per sbloccare gli scatti del 2010 e 2011.
Questo significa che c’è un obiettivo ben preciso da parte di chi ci governa, che prescinde dal colore politico e dalla maggioranza che sostiene il governo, larghe intese comprese: l’obiettivo è quello di azzerare il fondo d’Istituto, utilizzando le risorse economiche risparmiate per dare il via ad un sistema di progressione di carriera legata alla produttività del docente.
Sembra già di sentire i rantoli di un agonizzante fondo d’Istituto, tanto che nel DEF, il documento di economia e finanza per il 2014, il governo ha scritto una nota che affronta il nodo della valutazione delle prestazioni dei docenti e la correlata progressione di carriera, definita anche dal punto di vista economico. Forse siamo difronte all’azzeramento del fondo d’istituto? Sicuramente questa nota, scritta nel DEF, va nella direzione di voler eliminare il dubbio tipico dell’asino di Buridano, scatti d’anzianità o fondo d’Istituto? Né l’uno né l’altro, l’intenzione è di eliminare il meccanismo legato all’anzianità di servizio degli scatti, ma anche la distribuzione alle scuole, legata al numero degli studenti iscritti, del fondo d’Istituto.
Forse è giunta l’ora dell’ultimo rantolo del fondo d’Istituto prima della sua morte, dal prossimo anno scolastico potremmo trovarci senza più FIS, sempre che gli angeli custodi dei sindacati lo permettano.