Home Attualità I COBAS dicono no all’Autonomia differenziata e alla regionalizzazione della scuola

I COBAS dicono no all’Autonomia differenziata e alla regionalizzazione della scuola

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Nella NADEF (Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza) del 29 settembre scorso apprendevamo, con un certo sollievo, che nell’elenco dei 20 DDL allegati, non compariva il riferimento all’autonomia differenziata; purtroppo si è trattata di  un’illusione durata lo spazio di una notte, giacché al mattino del 30 settembre lo abbiamo puntualmente ritrovato.

Un cambiamento non da poco che, anzi, potrebbe risultare decisivo in quanto tale provvedimento potrebbe essere approvato in Consiglio dei Ministri senza la possibilità di sottoporlo a referendum abrogativo.

Ecco più precisamente com’è andata la votazione sullo stralcio dell’Autonomia Differenziata dal Nadef.

Il 6 ottobre scorso alla Camera un gruppo di 26 senatori ha presentato un’interrogazione parlamentare affinché venisse votato lo stralcio dell’allegato che conteneva l’autonomia differenziata dalla NADEF. I risultati della votazione parlano chiaro: chi ha votato a favore era per lo stralcio (quindi per il rinvio del provvedimento); chi ha votato contro era contrario allo stralcio (quindi per l’accelerazione del provvedimento):

Favorevoli           Contrari

Forza Italia                   1                          29

Fratelli d’Italia             tutti astenuti

Gruppo Misto               23                        9

Italia Viva – P.S.I.         0                          8

Lega                              0                          50

M5s                               1                          49

PD                                 1                          31

Per le Autonomie          0                       6

Concretamente cosa accadrebbe se l’autonomia differenziata andasse in porto?

Cosa accadrebbe se le norme generali sull’istruzione e ambiente, attualmente di competenza esclusiva della legge dello  Stato, passassero interamente alla legislazione regionale, così come prevedono le bozze di intesa di Veneto, Lombardia ed Emilia, in virtù dell’art. 116 riformato nel 2001? 

Che ne sarebbe delle principali materie attualmente concorrenti, previste nel terzo comma dell’art. 117 della Costituzione (sanità, sicurezza sul lavoro, beni culturali, infrastrutture, ricerca, tra le altre)? In virtù del novellato articolo 116 del Titolo V, comma terzo, tutte le Regioni che rivendicano “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” possono chiedere di intervenire con competenza legislativa esclusiva anche sulle “norme generali dell’istruzione”.

In pratica, con  la legge ordinaria del Parlamento non si potrebbe più intervenire su tale materia! Si configurerebbe un sistema di istruzione del tutto autonomo rispetto al sistema nazionale statale, unitario e garante di un livello di istruzione analogo in tutte le regioni italiane, destinato a mantenere una residuale funzione di cornice. Le regioni autonomamente gestiranno temi fondamentali come il reclutamento del personale, la valutazione, la programmazione dell’offerta formativa, l’orientamento, l’alternanza scuola-lavoro, con il rischio dell’inserimento del sistema formativo negli interessi del libero mercato a discapito del diritto allo studio configurando cittadini di serie A e di serie B. L’esempio lo abbiamo sotto gli occhi: è il modello della Provincia di Trento, autonoma dal 1988. L’Ente locale dimensiona le istituzioni scolastiche, razionalizza la rete sul territorio, definisce gli organici, gestisce il personale docente, che è dipendente provinciale, cui impone molto più lavoro a fronte di uno scarno incremento stipendiale. L’organizzazione autonoma della scuola, intesa non più come istituzione dello Stato ma come agenzia di servizio sul territorio, incide direttamente anche sulla programmazione dell’offerta formativa, sottoposta a valutazione locale attraverso il Comitato provinciale di valutazione del sistema scolastico, che mette a disposizione della giunta provinciale i propri indicatori di qualità ed efficienza.

Alla luce di tutto questo, per fare il punto sull’avanzamento del DDL annunciato e  intraprendere iniziative concrete di mobilitazione contro tale progetto eversivo per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, come COBAS parteciperemo il 31 ottobre prossimo, a Roma, alle 9,30, presso il Liceo Tasso all’Assemblea nazionale, convocata dai Comitati Per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti, di cui, nei territori, siamo parte attiva fin dalla prima costituzione.

Carmen D’Anzi     Esecutivo nazionale COBAS – Comitati di base della Scuola

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