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I docenti e l’autovalutazione. Un ritratto a due facce. L’esito del nostro sondaggio

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Come si valutano gli insegnanti italiani all’interno del proprio ambito lavorativo? Si tratta di un argomento molto controverso e il sondaggio indetto dalla nostra testata, in occasione della ‘Giornata Mondiale degli Insegnanti’, lo conferma. 

Come si vede allo specchio il docente? Un ritratto a due facce.

Infatti, la nostra rilevazione, che ha coinvolto più di 600 utenti, ha visto un testa a testa tra “tuttofare” e “professionista della cultura”.  Il docente si vede, dunque, da un lato, intercambiabile in qualsiasi spazio e tempo (35,8%) tra una lezione, un ricevimento genitori, una riunione per il Pof e la correzione dei compiti. In poche parole, chiamato a compiti non legati propriamente alla sua attività.

Poco distante in termini numerici (34,1%) troviamo l’altra faccia del prof, l’aspetto più peculiare della categoria lavorativa: il ‘professionista della cultura’.

Un docente che tiene la sua lezione, ha un rapporto autorevole (e non autoritario) con gli alunni e attua metodi e strategie didattiche efficaci da utilizzare in classe.

Per il 15% di coloro che hanno partecipato al sondaggio, invece, l’insegnante può essere visto come una guida per i giovani, un punto di riferimento non sono intellettuale, ma anche comportamentale.

Più staccate troviamo altre caratteristiche. Per l’8,7% il docente è un “assistente sociale”, un valido aiuto psicologico agli ultimi, mentre solo il 6,5% si vede come un mero impiegato statale.

 

Ecco i risultati del nostro sondaggio 

 

 

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