Home Archivio storico 1998-2013 Riforme I nomi degli istituti? Per la Lega li decida il Comune

I nomi degli istituti? Per la Lega li decida il Comune

CONDIVIDI
Approda in Parlamento il disegno di legge del senatore leghista Gianpaolo Vallardi che propone di affidare i nomi delle scuole pubbliche ai Comuni e non più, come avviene da sempre, ai singoli Istituti. La linea della Lega, che ad inizio aprile ha depositato il ddl in Senato con le firme di tutto il gruppo parlamentare del Carroccio, è quella di far prevalere la volontà della comunità locale rispetto a quella del Consiglio d’Istituto.
Spulciando tra la normativa si scopre che la legge vigente sull’intitolazione di una scuola è legata a delle indicazioni, abbastanza generiche, stabilite dal ministero dell’Istruzione nel 1980: indicazioni che, di fatto, trasferivano alle scuole la normativa sulla toponomastica del 1927 che indirettamente interessava anche gli istituti scolastici.
Il senatore Vallardi, sindaco da quattro mandati, prima a Gorgo al Monticano e poi a Chiarano, è convinto, invece, che i nomi delle scuole devono “contribuire, come avviene per le strade, alla ricomposizione culturale e storico-geografica delle comunità locali”. L’esponente politico trevigiano già in passato ha tentato questo genere di soluzione. Ma non sottoforma di progetto di legge: otto anni chiese, proprio in qualità di sindaco, di intitolare un istituto ad Albino Luciani ma i docenti “non erano proprio d’accordo. E’ finita che l’ho spuntata io – sottolinea – ma è stata molto dura perché le maestre sostenevano che era tutta demagogia”.
Nel ddl depositato, spiega ancora Vallardi, è tutto molto chiaro e tutt’altro che demagogico: “il sindaco, riunita la giunta – sottolinea – decide il nome da dare alla scuola partecipando così alla ricomposizione culturale e storico-geografica del territorio”.
E la scuola che ruolo continuerà ad avere? Decisamente marginale, visto che “al consiglio scolastico – conclude Vallardi – rimarrà la potestà di intitolare singole aule a personalità estranee alla storia locale”. L’unico aspetto in comune con la normativa vigente in materia è che, qualora la Prefettura non dia il consenso prima, il sindaco ed il Consiglio d’Istituto potranno scegliere soltanto fra personalità illustri decedute da almeno 10 anni.