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Il diploma agevola a trovare lavoro anche tra gli immigrati “clandestini”

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Il grado di cultura fa la differenza anche tra gli immigrati non in regola con il permesso di soggiorno. La possibilità di trovare lavoro per un “clandestino” aumenta con il grado di cultura e il livello di istruzione acquisito. 
Il dato proviene da un indagine dell’Università Bocconi di Milano, in collaborazione con l’University College di Londra, realizzata sul database di 38.000 “clandestini” che si sono rivolti all’associazione di volontariato Naga di Milano per ricevere assistenza medica dal 2000 al 2006.
Oltre il 60% degli immigrati con occupazione ha dichiarato di essere in possesso del diploma di maturità o della laurea, mentre il 46% ha dichiarato di avere solo la licenza elementare e poco più del32% di essere analfabeta. Il dato trova conferma tra i disoccupati: il 66% non sa ne leggere ne scrivere e solo il 34% ha un titolo universitario.     
Si nota una forte correlazione tra istruzione e occupazione – hanno commentato i ricercatori della Bocconi durante la presentazione della ricerca avvenuta nei giorni scorsi -, che passa con continuità dal 32,4% degli irregolari analfabeti al 65,6% di chi ha frequentato l’università”.
Da quanto rilevato dalla struttura di volontariato lombarda, complessivamente risulta che oltre il 10% degli immigrati privi di permesso di soggiorno ha un’istruzione universitaria, circa il 45% ha frequentato almeno le scuole superiori, mentre solo il 3% sarebbe analfabeta. Segno inequivocabile che anche per tentare l’avventura di “clandestino” in un Paese nuovo occorre essere tutt’altro che sprovveduti e disinteressati all’apprendimento.
Il database di 38.000 “clandestini” su cui è stata condotta la ricerca è uno dei più ampi del mondo. Il Naga, un’associazione di volontariato fondata a Milano nel 1987, fornisce visite mediche a immigrati non in regola con il permesso di soggiorno e perciò non coperti dal Servizio sanitario nazionale. Al momento della prima visita viene chiesto ai “clandestini” di compilare un questionario con dati demografici e socio-economici. 
Insomma, il dato secondo cui la strada per trovare lavoro viene agevolata non poco quando in tasca si ha un titolo di studio medio-alto è da ritenersi davvero indicativo.