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Il governo salvo per un voto, ex grillino, sul Def

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E’ lui l’eroe del giorno, scrive l’huffingtonpost.it.

La risoluzione alla nota di variazione al Def, quella che contiene il rinvio del pareggio di bilancio al 2017, è passata con 161 voti. Uno in meno e il governo sarebbe finito nel burrone.

161 voti sono esattamente quanti ne richiede la maggioranza aggravata prevista (la maggioranza assoluta dei componenti). Più nel dettaglio i sì sono stati 161, i no 93 e zero gli astenuti. Una «promozione» raggiunto per un soffio, anzi per una casualità o un colpo di fortuna, a seconda dei punti di vista.

Insomma, il premier ha di che ringraziare l’ex M5S, grazie al quale ha evitato di presentarsi in Consiglio dei ministri per il varo della legge di stabilità ferito a morte.

Altro colpo di fortuna è stato il non-voto (come da prassi) di Roberto Calderoli, presidente di turno in Aula, che si sarebbe rivelato determinante a conti fatti. Come anche la fedeltà del senatore dimissionario Walter Tocci.

L’appoggio inaspettato di Orellana ha scatenato la rabbia dei parlamentari a 5 Stelle.