
Sta raccogliendo pareri contrapposti la decisione del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara di firmare due decreti che stanziano oltre 750 milioni di euro a favore delle scuole paritarie per l’anno scolastico 2024/2025, di cui 400mila euro per il sostegno agli studenti con disabilità, con un aumento di 50 milioni di euro rispetto allo scorso anno. Come abbiamo avuto già modo di scrivere, tra i sindacati c’è chi contesta il provvedimento: Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua, sostiene che piuttosto “bisognerebbe investire soprattutto a favore della scuola statale che garantisce uguali opportunità a tutti anche ai bisognosi e meritevoli. Si tratta di una scelta politica chiara, ma inaccettabile”. Anche l’opposizione politica si fa sentire: per i deputati M5s della Commissione Cultura “il Ministro Valditara sta condannando la scuola pubblica a un progressivo abbandono” e di “un progetto che distrugge l’istruzione pubblica e promuove la divisione sociale”.
Ma c’è anche chi apprezza la decisione del numero uno del dicastero di Trastevere, chiedendo anzi maggiori risorse.
“Siamo contenti per questi fondi aggiuntivi per gli alunni disabili – ha detto Luca Iemmi, presidente nazionale della Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne, riferendosi in particolare al finanziamento per gli alunni con disabilità – : sono molto importanti perché c’è un aumento di questi bambini anche nelle scuole paritarie. Dall’altra parte non ci sono però i maggiori contributi richiesti sulle paritarie complessivamente. Il fondo fisso è rimasto come negli anni precedenti a fronte della nostra richiesta di 100 milioni di euro in più”.
Il presidente della Fism, alla quale oggi fanno riferimento circa novemila realtà educative – asili nido, sezioni primavera, scuole dell’infanzia – frequentate da circa mezzo milione di bambine e bambini, e dove lavorano decine di migliaia di addetti e altrettanti volontari, ricorda che le scuole paritarie continuano a vivere anni di crisi: “tra l’anno scorso e l’anno precedente circa duecento scuole, nel segmento 0-6 anni, hanno chiuso. Sono quelle che stanno soffrendo di più e il rischio di chiusura continuerà. C’è il problema demografico, c’è il problema dei titoli di studio, sono tante le problematiche aperte ma confidiamo nella buona interlocuzione che abbiamo con il ministro Valditara”.
C’è anche il problema del riconoscimento del servizio per chi lavora nelle scuole paritarie e poi confluisce negli istituti statali. Rispondendo all’Ansa, Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, ha detto che su questo aspetto il suo sindacato “sta lottando anche in Corte di Giustizia europea per fa riconoscere il servizio della scuola paritaria come valido nella scuola statale nelle ricostruzioni di carriera. Da quando c’è la legge del 2000 sulla parità che inserisce il sistema nazionale di istruzione, le scuole paritarie concorrono al servizio di istruzione nazionale però lo Stato deve ancora riconoscere il servizio svolto nelle scuole paritarie”.
“I delegati di Anief – continua Pacifico – discuteranno la cosa in Corte di Giustizia europea il 12 marzo ed è per questo che ad oggi abbiamo messo a disposizione un modello di diffida per interrompere i termini di prescrizione e far riconoscere il servizio, qualora si vincesse in Corte di Giustizia europea, facendo poi le cause. Non basta solo stanziare le risorse, noi vorremmo che fosse riconosciuto anche il servizio svolto dalle scuole paritarie secondo i criteri dettato dallo Stato”.