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Il ministro per la Coesione sociale, Fabrizio Barca, incontra i dirigenti scolastici a Catania

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Sicuramente è una personalità brillante, con le idee molto chiare, e soprattutto uno che conosce bene il suo mestiere, e non solo di Ministro per la Coesione sociale nel governo Monti, ma anche di intellettuale e uomo di cultura, come ha bene sottolineato l’assessore regionale, Mario Centorrino, presentando il ministro Fabrizio Barca, 58 anni, alla platea di dirigenti: “i migliori presidi della regione”, ha sottolineato, venuti dalla Sicilia orientale a incontralo per esporre le problematiche dei loro territori e suggerire nello stesso tempo soluzioni per rilanciare l’istruzione nel meridione, sfruttando appunto i finanziamenti della Programmazione dei Fondi strutturali europei 2007/2013, i cui esiti e il cui sfruttamento razionale e operativo era il tema dell’incontro catanese.
Un proseguimento naturale sulle riflessioni in merito all’utilizzazione delle risorse e l’attivazione del piano per la coesione, già avviate a Napoli il 18 e 19 gennaio scorsi, in occasione della visita del Commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn. In altri termini: i soldi ci sono, spendiamoli al meglio e valutiamone i risultati. E il ministro Barca, ben consapevole di questa particolare occasione, lunedì 5 marzo scorso presso l’I.S. Politecnico del mare “Duca degli Abruzzi” di Catania, diretto dal preside Carmelo Maccarrone, non ha avuto remore a rimarcare la necessità della formazione e della istruzione per venire in soccorso anche alle imprese e allo sviluppo economico di cui il mezzogiorno ha estrema necessità per adeguarsi al resto della Nazione e all’Europa più in generale. “Spendere i soldi comunitari in modo intelligente per orientare i giovani nella transizione Scuola-lavoro e soprattutto”, ha sottolineato il ministro: “misurare i bilanci delle competenze raggiunte, attraverso indicatori effettivi e verificabili”.
L’invito ai dirigenti era insomma quello di rimboccarsi le maniche, sfruttare al meglio i fondi comunitari per rendere più consapevoli le scelte dei ragazzi sui percorsi di studio e rilanciare lo sviluppo attraverso la cultura e la scuola. Riassumiamo allora nelle grandi linee il Piano d’azione e coesione. Azione 1: iniziative di raccordo scuola-lavoro; Azione 6: orientamento; Azione 4: interventi per gli ambienti scolastici e nuove tecnologie per la didattica; Azione 5: innalzamento delle competenze chiave; Azione 2: residenze e studio in scuole all’estero; Azione 3: contrasto alla dispersione scolastica. Ma andiamo per gradi nel racconto della giornata catanese che si è aperta in ritardo rispetto ai tempi previsti a causa del protrarsi dell’incontro del ministro Barca con gli imprenditori iblei.
Ad aprire i lavori il preside del “Duca degli Abruzzi”, Carmelo Maccarrone, che, per un evento così importante, non si è lasciato sfuggire l’occasione di schierare i suoi alunni lungo il percorso tra l’ingresso e l’aula magna della sua scuola, dove si svolgeva l’incontro, a dimostrazione che l’efficienza e la volontà dei dirigenti siciliana c’è tutta, mentre alcune zone vuote in sala declamavano delle assenze. E assente per motivi di salute il direttore generale dell’Usr per la Sicilia, Maria Luisa Altomonte, della quale però è stato letto l’intervento che avrebbe pronunciato e riassumibile in pochi punti: il Sud deve finalmente proporre innovazione, sfruttando i fondi, e recuperare il gap con i sistemi di istruzione delle altre regioni, frenando e portando al minimo la dispersione scolastica come previsto dall’Azione 3 del Piano.
Sul tema dell’edilizia scolastica (Azione 4 del Piano) ha fatto il suo intervento vibrato il presidente della Provincia regionale di Catania, nonché delle Provincie italiane, Giuseppe Castiglione che ha ricordato il rischio sismico cui è particolarmente soggetta la Sicilia, sottolineando quindi l’estrema necessità di investire al più presto i fondi su questo versante, venendo pure così incontro alle pressanti richieste dei presidi che sono le prime vittime incolpevoli dei tanti disagi. Anche l’assessore Centorrino si è per lo più mosso sullo stesso tema: “Cosa serve avere dei laboratori avveniristici se poi non ci sono i locali dove metterli?”. Ma oltre ai ritardi strutturali e di razionalizzazione efficace della spesa, l’altra piaga che bisogna sanare nel mezzogiorno d’Italia al più presto è la dispersione scolastica, insieme al raggiungimento degli standard europei declinati dalle rilevazioni Ocse-Pisa: “Basterebbero 20 anni per colmare il divario nord-sud di questi 150 anni di Unità se i ragazzi meridionali raggiungessero i massimi livelli di competenza contemplati dalle rilevazioni Pisa”, ha detto durante il suo intervento la dottoressa Lucrezia Stellacci, capo dipartimento all’Istruzione, che ha portato pure i saluti del vice ministro Elena Ugolini, impossibilitata a raggiungere il collega Barca a Catania, ma testimone della volontà del Miur di collaborare col ministero della Coesione sociale per puntare sulla istruzione come leva strategica per uscire dalla crisi. “Qualità ed equità”, ha ancora detto la dottoressa Stellacci, “L’una legittima l’altra, dimostrando che la qualità si incontra con l’equità”.
E’ stata quindi la volta del ministro Fabrizio Barca che, come abbiamo già detto, ha messo sul tappeto del dibattito coi dirigenti, molti dei quali si erano già iscritti a parlare per porre le loro domande e le loro indicazioni operative, una serie di questione difficilmente eludibili. E lui, che di imprese, di governance, di capitalismo e di politiche regionali se ne intende, come aveva sottolineato già l’assessore Centorrino e come le molte pubblicazioni sul tema dimostrano, ha garantito di svolgere fino in fondo la sua parte.