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Il preside contro le caviglie nude degli studenti e gli altri pesci d’aprile del giornalismo

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Il pesce d’aprile sembra essere contagioso, per di più nell’era del web in cui la comunicazione viaggia in tempo reale.

Dopo il nostro pesce d’aprile in cui annunciavamo le dimissioni del ministro Giannini, abbiamo ricercato gli scherzi che hanno preparato altri giornali per i lettori.

Ha destato senz’altro scalpore la notizia apparsa sulla pagina della cronaca di Torino de La Stampa.it, in cui il preside di un istituto tecnico del torinese avrebbe vietato l’uso di gonne e pantaloncini, dichiarando guerra alle ‘caviglie nude’: “se i ragazzi continuano a presentarsi a scuola così, scatterà il 7 in condotta. E quelli dell’ultimo anno non potranno sostenere l’esame di maturità”, tuona il dirigente nel fantomatico articolo del quotidiano di Torino.

Spostandoci dal mondo scolastico, quello di nostra pertinenza, citiamo anche altri pesci d’aprile nel mondo dell’informazione; su Il Giornale.it si legge che un ragazzo è stato incarcerato per aver inviato un ’emoji’ alla ex findanzata: “Ha inviato l’icona di una pistola alla ex-ragazza, al tempo minorenne. I giudici lo hanno reputato una chiara minaccia di morte. Il giovane 22enne ha dovuto pagare una multa e sconterà 6 mesi in prigione”, si legge sul sito del quotidiano.

Altro pesce d’aprile che abbiamo intercettato è quello che Il Mattino ha riservato ai propri lettori, in cui si annuncia una nuova tassa, quella su frutta e verdura: “Più volte, negli ultimi mesi, si legge sul sito del quotidiano campano, si è dibattuto sulla salubrità o meno della dieta vegana e più volte i vegani hanno risposto con studi e ricerche che parlano dei rischi alla salute per chi invece consuma carne. L’intento è quello di dissuadere le persone a seguire quella che più che uno stile di vita sembra essere diventata una moda pericolosa. Immediata è stata la risposta della comunità vegana, che ha chiaramente parlato di un complotto nei loro confronti.”

Almeno per un giorno, oltre alle “solite” notizie, i giornali scherzano provando a coinvolgere i lettori.

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