
Mi capita spesso di scoprire nella mia libreria libri, fascicoli o riviste di cui avevo perso memoria.
Proprio questa mattina ho ritrovato uno strano libro che contiene gli atti di un corso di aggiornamento per direttori didattici e ispettori tecnici organizzato nel novembre del 1991 dall’Irrsae Piemonte e dal Provveditorato agli studi di Torino.
Sono stato colpito dal capitolo introduttivo che contiene una lezione di Norberto Bobbio sul tema “Democrazia ed educazione”.
Già è significativo che 35 anni fa gli organizzatori di quel corso, al quale presero parte come relatori noti esperti e pedagogisti (Sergio Neri, Remo Fornaca, Marco Dallari, Riccardo Luccio, Bruno D’Amore e Giancarlo Cerini tra gli altri), avessero avuto l’idea di aprire i lavori non con un intervento tecnico sul tema specifico ma con un “ragionamento” su questioni politiche di ampio respiro.
La lezione di Bobbio è magistrale ma il passaggio che più di altri colpisce, anche per la sua attualità rispetto al dibattito in corso sulle Nuove Indicazioni 2025, è proprio il paragrafo finale: “Ho detto più volte che la democrazia sarà compiuta quando ci sentiremo tutti i cittadini del mondo. Questi cittadini del mondo nasceranno dalla scuola o non nasceranno; il che vuol dire diminuire o addirittura eliminare il senso della nostra identità nazionale che fra l’altro, bisogna pur dirlo, in Italia non è molto alto”.
Potrebbe essere un elemento su cui dovrebbero riflettere i tanti che sottolineano la necessità di trasmettere il senso di italianità ai nostri studenti o addirittura di “integrare” i bambini e le bambine di famiglie di diversa origine o etnia fino a farli sentire pienamente italiani.
Come ci ricordava Norberto Bobbio più di 30 anni fa, la vera finalità della scuola dovrebbe essere invece quella di far sentire tutti quanti “cittadini del mondo”.