
Oggi, 8 aprile, alle ore 16, si svolge il convegno “Le radici del futuro – Confronto sulle Nuove Indicazioni Nazionali per la scuola” presso la Sala Tatarella – Palazzo dei Gruppi Parlamentari a Roma.
L’iniziativa, promossa dalla sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti, rappresenta un’occasione di approfondimento e dibattito sulle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola, con la partecipazione dei coordinatori della Commissione Tecnica Ministeriale.
I partecipanti
Saluti istituzionali del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. A seguire Alessandro Amorese, Capogruppo FDI VII Commissione Istruzione della Camera, Gimmi Cangiano, Componente FDI VII Commissione Istruzione della Camera. Interventi dell’On. Paola Frassinetti, Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e del Merito, Ella Bucalo, Vice Responsabile Dipartimento Istruzione FDI, membro VII Commissione Senato, Suor Anna Monia Alfieri, istitutrice e religiosa, Marco Cimmino, storico.
Nuove Indicazioni Nazionali, le parole di Valditara
Ecco le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara: “Qual è lo spirito delle nuove Indicazioni Nazionali? Guai a pensare che vogliano ledere l’autonomia scolastica. Abbiamo voluto fare un’operazione di pianificazione e importante svolta culturale. Siamo partiti da una considerazione, dai dati: quando veniamo a sapere che molti studenti non sanno chi sia Mazzini o confondono D’Annunzio e Leopardi c’è qualcosa che non funziona. Non tanto nella qualità della didattica ma nelle Indicazioni Nazionali”.
“Veniamo da una svalutazione della grammatica, della sintassi, delle regole. Banalmente, penso al mio intervento a difesa della lingua italiana contro asterischi e schwa. In un’epoca di Internet, di cellulare, che impediscono di allenare la memoria è importante immagazzinare un bagaglio, una ricchezza espressiva”.
“Ritengo che l’identità sia fondamentale in una società sempre più aperta. Il rischio è che chi arriva da noi trovi il vuoto. Non vogliamo che venga riempito da altri. La società dell’Antica Roma non era razzista, aveva una consapevolezza dei valori identitari. Queste sono le indicazioni che ho dato alla Commissione: ridare dignità alla lingua italiana, educare ad un linguaggio corretto. Poi il rispetto verso gli altri. Bisogna imparare a scrivere in corsivo”.
“Poesie a memoria: la memorizzazione è fondamentale, è un’occasione per acquisire un linguaggio fatto di espressioni raffinate. Poi, il latino, è fondamentale. Il latino esprime la logica, valori universali, i valori dell’Occidente. Poi, la storia: ho letto un libro di storia con pagine su un felino vissuto nella Preistoria. Se riduco lo spazio in un anno solo Grecia, Roma e Cristianesimo perdo di vista le radici”.
“Abbiamo bisogno di informatica, di intelligenza artificiale, certo. Abbiamo promosso l’IA a scuola nella didattica. Ma abbiamo la necessità di avere la consapevolezza delle Humanities. Dobbiamo rimettere al centro l’importanza della storia nell’Occidente per avere un Europa solida, con un suo spessore, non solo un’Europa delle regole, degli interessi, della burocrazia. Siamo orgogliosi della nostra storia, no alla cancel culture”.
Nuove Indicazioni Nazionali, si parte il 1° settembre 2026
I nuovi programmi scolastici, figli delle indicazioni nazionali della scuola primaria introdotte dal ministero dell’Istruzione, entreranno in vigore dall’anno scolastico 2026/2027. Ed è già corsa contro il tempo, perchè in contemporanea saranno anche pronti i libri di testo adeguatamente aggiornati: il doppio impegno è stato pubblicamente preso il 2 aprile dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara durante un’interrogazione degli onorevoli Grippo e Bergonzoni di Azione specifica sugli esiti della pubblicazione, avvenuta l’11 marzo scorso, della bozza sulle “Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione 2025”.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, il titolare del Mim ha detto di avere “avuto un confronto diretto con l’Associazione Italiana Editori: i tempi sono risultati compatibili con la produzione di materiali didattici, coerenti con le nuove indicazioni, in tempo, dunque, per la loro adozione a partire dall’anno scolastico 2026/27”.
Valditara è tornato sulle motivazioni che hanno prodotto tale decisione: dopo avere parlato della “consapevolezza della rilevante portata culturale di questa revisione”, il ministro ha tenuto a dire che “negli ultimi decenni – ha spiegato – si sono affermate tendenze pedagogiche che hanno portato al decadimento di alcune conoscenze. Abbiamo voluto recuperare il senso della nostra identità per capire chi siamo e da dove veniamo. La definizione delle Indicazioni è prerogativa del Mim a cui spetta il compito di fornire gli obiettivi generali, nel pieno rispetto dell’autonomia delle scuole”.

Frassinetti: “La scuola è merito, è cultura”
Ecco le parole della sottosegretaria Frassinetti: “Se la scuola viene sempre abbinata al lavoro, ultimamente, quasi in maniera ossessiva, credo si dimentichi della cultura. Non c’è contrapposizione tra competenze e conoscenze, sono due facce della stessa medaglia”.
“La cultura generale è saper contestualizzare, e la geografia è una delle materie che più entra nella quotidianità. Come la storia non è solo dinosauri. Perché è retrograda una scuola che fa sì che certe conoscenze rimangano tutta la vita? Lo spirito critico nasce con il confronto con l’epica, con la cultura classica. Penso che una delle prossime battaglie sia la difesa del liceo classico, che non possiamo non difendere. La nostra scuola è unica. Nessuno vuole scuole di serie A o B, ma bisogna difendere il liceo classico. Nessuno è mai morto per aver imparato una poesia a memoria. Le critiche sono inutili, non c’è una proposta alternativa. Crediamo che la scuola è merito, è cultura”, ha concluso.


Loredana Perla, il commento
Ecco le parole della professoressa Loredana Perla: “Alcune osservazioni le recepiremo, altre no. Sono colpita dagli attacchi ideologizzati. Viviamo una stagione difficile di comunicazione con i genitori, che spesso sono in competizione con i docenti, sottovalutano il lavoro della scuola. Con tutto il rispetto, è importante valorizzare il ruolo fondamentale di presidio culturale delle scuole e dei docenti. La valorizzazione del docente non è ininfluente in queste linee guida. Finora il docente è stato visto come funzionale. Senza i maestri non si raggiunge la formazione integrale degli alunni. Abbiamo voluto valorizzare l’insegnante, che è il vero curriculum maker”.
“C’è stato un ampliamento di conoscenze nel paniere. Vogliamo dire agli insegnanti: questa è la strada, poi voi costruirete il curricolo. Ci sono delle conoscenze che non si possono non insegnare. L’autonomia viene rispettata. Speriamo che il nostro documento possa fronteggiare la crisi dell’istruzione. Chi non la vede non è onesto intellettualmente”.
Bucalo: “Necessità di rinnovare l’approccio educativo”
Queste le parole di Ella Bucalo: “Le nuove indicazioni sui programmi didattici, introdotte dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sono state motivate da una serie di fattori legati al declino delle competenze degli studenti italiani e alla necessità di rinnovare l’approccio educativo. Il 35% degli adulti italiani riesce a comprendere solo testi molto semplici, mentre il 43,5% degli studenti delle superiori non raggiunge competenze minime in italiano e il 47,5% in matematica. Questo ha evidenziato un problema di analfabetismo funzionale che necessita di interventi urgenti. Ecco perché l’importanza di reintrodurre elementi come il latino, la grammatica, per coltivare capacità logiche, analitiche e linguistiche, fondamentali per la crescita personale e intellettuale. Altro punto fondamentale della riforma è lo studio delle materie STEM. L’approccio didattico sarà orientato verso il laboratorio e la realtà pratica, per migliorare le competenze in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, fondamentali in un mondo in continua evoluzione, caratterizzato da innovazioni tecnologiche e rapide trasformazioni. Educare i ragazzi alle materie STEM non significa solo prepararli per il lavoro, ma anche formarli come cittadini consapevoli e responsabili, capaci di contribuire al progresso della società. Va sottolineata poi l’importanza che è stata data nelle nuove indicazioni ad un nuovo patto di alleanza tra Scuola e famiglia due pilastri imprescindibili nella formazione e nell’educazione di ogni individuo. In una società in continuo mutamento infatti diventa essenziale un dialogo costruttivo e continuo tra famiglia e scuola per porre le basi per cooperare alla costruzione di una visione educativa comune. Infine va spiegato a bambini e preadolescenti, anzitutto da parte dei genitori, che la nostra Repubblica ha posto la scuola al centro del suo progetto di Paese e che la scuola è un bene sociale comune di inestimabile rilevanza, da tutelare e valorizzare”.