
Quella degli insegnanti sarebbe una categoria particolarmente esposta ad una spiccata usura psicofisica, così forte che in alcuni casi sfocia nel suicidio: Vittorio Lodolo D’Oria, medico specialista esperto in malattie professionali degli insegnanti, ha calcolato che “tra il 2014 e il 2024 sono stati osservati un totale di 110 suicidi con una media esatta di 10 suicidi all’anno (uno al mese se escludiamo il periodo estivo di luglio e agosto). Un picco anomalo (circa un quarto del totale degli eventi) è stato registrato nel 2017, senza alcuna spiegazione apparente, mentre negli altri anni si sono avuti dai 5 agli 11 suicidi per anno. Un numero troppo alto? Probabilmente, anche se bisogna sempre ricordare che stiamo parlando di quasi un milione di insegnanti in servizio.
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“Già nel 2005, nel 2009 e nel 2012 – spiega il medico – Francia e Regno Unito avevano dimostrato, dati alla mano, che la categoria professionale maggiormente esposta al rischio suicidario era quella dei docenti”. E in Italia? Lodolo D’Oria ritiene che nel nostro Paese “i dati ufficiali relativi ai suicidi risultano essere ampiamente sottostimati”. L’esperto ha quindi deciso di andare a catalogare tutti i casi di insegnanti che negli ultimi 11 anni hanno perso la vita con il loro dramma raccontato dai mass-media, dalla carta stampata ai social.
Dall’indagine – pubblicata anche su LabParlamento – risulta che nel 2024 si sono registrati 10 suicidi in perfetta linea con i dieci anni precedenti. Se consideriamo l’intero periodo 2014-2024 sono stati osservati un totale di 110 suicidi con una media esatta di 10 suicidi all’anno (uno al mese se escludiamo il periodo estivo di luglio e agosto). Un picco anomalo (circa un quarto del totale degli eventi) è stato registrato nel 2017, senza alcuna spiegazione apparente, mentre negli altri anni si sono avuti dai 5 agli 11 suicidi per anno.
La ripartizione geografica degli eventi vede in prima posizione il Sud e Isole (64), seguita dal Nord (24) e, in terza battuta, dal Centro (22).
La suddivisione in base al genere vede 45 uomini e 65 donne nonostante le seconde costituiscano l’83% del totale corpo docente. I docenti, stratificati in base alla attività lavorativa in essere (92), sovrastano quelli oramai in pensione (18). L’età media dei casi osservati è di 51 anni, ma questa scende sensibilmente (48 anni) se viene calcolata tra i soli docenti ancora in attività.
Per quanto concerne il livello d’insegnamento, i casi di suicidio si dividono con la seguente frequenza: 14 Infanzia; 231 Primaria; 27 Secondaria I grado; 38 Secondaria II grado.
Ma come si fa a ritenere che si arrivi ad un gesto estremo per motivi prettamente legati alla sofferenza e alla frustrazione lavorativa? Lodolo D’Oria, dopo avere sostenuto che “questa ricerca attesti una verità sconvolgente (poiché scalza, fino a ribaltarli, falsi stereotipi ben radicati nell’opinione pubblica) e al contempo preoccupante”, ammette anche che “non possiamo affermare con certezza che i motivi dei gesti estremi siano da attribuire a una causa professionale piuttosto che a un’altra dimensione come l’anamnesi familiare positiva per disturbi psichiatrici oppure a eventi maggiori come lutti, separazioni, malattie (life event)”.
Il medico esperto di malattie professionali in ambito scolastico spiega anche che “in Italia non abbiamo nulla di tutto ciò, ma vengono in nostro aiuto gli studi francesi e inglesi, nonché sud-Coreani, che non lasciano dubbi di sorta: “Tra il 2018 e giugno 2022 sono 100 gli insegnanti che hanno scelto di togliersi la vita; Un sondaggio congiunto realizzato ad Agosto dal KTU e il Green Hospital di Seoul, mostra che un insegnante su sei sperimenta pensieri suicidi; sono le insegnanti donne a riportare sintomi più elevati nel 40,1% rispetto al 28,9% dei loro colleghi uomini”.
Poi ci sono “pochi studi italiani a disposizione (Milano, Torino, Verona) circa le diagnosi – oggi all’80% psichiatriche – poste dai Collegi Medici di Verifica nelle inidoneità all’insegnamento che determinano un secondo importante campanello d’allarme”.
“Non è un caso – continua il medico – se dal 2005 a oggi, il tema è stato oggetto di numerose interrogazioni parlamentari di maggioranza e opposizione (Pepe 2005, Sbrollini 2009, Valditara 2011, Vacciano 2016) che, però, non hanno sortito alcun effetto. Già nel 2011 l’attuale titolare del MIM, chiedeva infatti “che venissero attivate ricerche epidemiologiche al fine di accertare urgentemente l’incidenza delle patologie psichiatriche, il consumo di psicofarmaci, il tasso suicidario della categoria come avviene in Francia”.
“L’importanza della questione, conclude Lodolo D’Oria, è dovuta anche all’imminente rivisitazione della riforma previdenziale che non può prescindere dalla valutazione della salute professionale della categoria docente”.
Chi non sembra avere dubbi è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, secondo cui “quella della drammaticità del burnout tra i docenti potremmo definirla una delle non poche verità nascoste della scuola: perché dei troppi suicidi tra i docenti negli ultimi dieci anni non parla nessuno?”. Eppure i segnali, oltre che i numeri, per affrontare il problema e per cercare una soluzione ci sono tutti: uno di questi è arrivato solo qualche settimane fa, quando da una indagine dell’Health & Sustainability lab dell’Università Bicocca di Milano ha evidenziato la presenza di uno stress cronico tra gli insegnanti dovuto al proprio impiego con “un’eco su molti aspetti della vita. A soffrirne è quasi un professore su due” e “il 35 per cento dei docenti è arrivato al punto di valutare seriamente l’idea di licenziarsi.
“Quando un docente ogni tre ammette che vorrebbe licenziarsi significa che c’è un malessere strisciante tra la categoria – dice ancora Pacifico -. Noi, come sindacato, stiamo facendo il massimo delle nostre possibilità per cercare di venire incontro al personale: siamo coscienti, però, che occorre una norma ad hoc. L’abbiamo chiesta attraverso audizioni in Parlamento, emendamenti, incontri con senatori e deputati di tutto l’arco parlamentare. Inoltre, abbiamo lanciato una petizione online attraverso la quale attivare il pensionamento del personale scolastico a 60 anni con riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria: in due mesi la petizione che vuole equiparare il personale della scuola a quello della forze armate e della polizia ha raccolto circa 100 mila adesioni. A questo punto – conclude il sindacalista Anief – la politica non può continuare a fare finta di nulla”.
Tornando all’indagine, Lodolo D’Oria ha anche realizzato delle proposte d’intervento, urgenti, a tutela della salute professionale degli insegnanti, già sottoposte al ministro del MIM nel 2024.
- Ricerca nazionale attraverso uno studio epidemiologico retrospettivo (ventennale) sulla base dei dati delle visite di inidoneità/inabilità nei Collegi Medici di Verifica (CMV). I suddetti dati sono in possesso dell’Ufficio III del Ministero Economia e Finanze (MEF) cui andranno richiesti. L’obiettivo è anche quello di abbattere gli stereotipi dell’Opinione Pubblica sulla categoria attraverso la diffusione annuale delle statistiche rilevate sulla salute professionale.
- Formazione docenti e DS, sui rischi professionali per la salute, sulla prevenzione (in modo da favorire anche l’uniformità dei DVR tra le scuole), sugli strumenti a tutela dei docenti (es. ricorso all’accertamento medico in CMV).
- Formazione dirigenti scolastici (DS): oltre alla formazione rivolta ai docenti, i DS saranno appositamente formati circa le loro incombenze medico-legali con particolare riguardo all’accertamento medico d’ufficio, la stesura della relazione ex art.15 DPR 461/01 e il ricorso alla sospensione cautelare ex art.6 DPR 171/11.
- Creazione di uno “Sportello medico-legale” di supporto (USR o MIM) ai DS per affrontare le tante incombenze medico-legali.
- Restituire ai DS la piena responsabilità nella tutela dell’utenza evitando il problematico ingresso/interferenza della Autorità Giudiziaria nella scuola (nido, infanzia, primaria) nei casi di Presunti Maltrattamenti a Scuola (30; 31).
- Rivisitazione politiche previdenziali in base a condizione di salute professionale docenti.