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Italian Teacher Award 2023, proclamati i vincitori: dalla “classe pirata” al “reciprocal teaching”, i progetti premiati

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Si è svolta oggi, 5 maggio, la cerimonia di premiazione degli Atlante Italian Teacher Award 2023 al teatro Brancaccio di Roma, davanti a una platea di oltre 1000 persone tra studenti e docenti, come avevamo anticipato. L’iniziativa è organizzata da United network con la collaborazione di Repubblica@scuola e in partnership con la Varkey Foundation, che promuove il prestigioso Global Teacher Prize (il Nobel dei prof). La piattaforma di Atlante ha raccolto oltre 2500 progetti. 

I tre progetti vincitori

Ecco i nomi dei tre vincitori che, come riporta La Repubblica, sono stati premiati oggi dalla sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti e dalla giuria diretta da Alessandro Fusacchia e composta da Elena Busà, studentessa universitaria; Andrea Colamedici, filosofo ed editore; Rachele Furfaro, pedagogista e dirigente scolastico; Paolo Di Paolo, scrittore; Patrizia Lombardi, Vice Rettrice del Politecnico di Torino e presidente del Comitato di coordinamento della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile; Marcella Mallen, Presidente dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile; Marco Martinelli, chimico e tiktoker; Angelo Melone, Giornalista; Riccardo Messina, Presidente di United Network; Elena Piastra, sindaca di Settimo Torinese e docente; Christian Raimo, scrittore e saggista.

L’insegnante della scuola Giuseppe Rovani di Sesto San Giovanni (Milano) Lorena Ronchi ha vinto per le scuole primarie con un progetto che accompagna bambine e bambini in un percorso di insegnamento reciproco dell’italiano per gradi sempre più complessi: “Dovevamo far fronte a una classe con undici alunni stranieri o italiani con difficoltà linguistiche”, ha detto.

Per le secondarie di primo grado il progetto scelto è portato avanti da una docente della Parini di Milano, Vera Regalia, un’idea complessa e avvincente di unire i colori alla grammatica fino a comporre “frasi colorate” che hanno coinvolto tutti a prescindere dalle capacità, fino al successo con un alunno con grandi difficoltà nella scrittura.

Tommaso Giani ha vinto per la scuola secondaria di secondo grado, un docente dell’istituto superiore Arturo Checchi di Fucecchio, nel fiorentino, che ha aperto gli occhi dei suoi alunni sul mondo creando una “classe mista” con un gruppo di detenuti: uno scambio di storie e racconti che man mano ha coinvolto tutto il liceo.

Le menzioni speciali

Daniela Di Fiore, Scuola Secondaria di 1 Grado in Ospedale, Policlinico Gemelli, Roma

“Lavoro in corsia, nella scuola in ospedale, un’eccellenza del sistema scolastico italiano. ancora non mi sono abituata a vedere ragazzi e ragazze senza capelli che fanno la chemioterapia. Ogni volta è un pugno allo stomaco, ma in questi 12 anni ho imparato tantissimo”. E ha dato tantissimo. Leggere i racconti di queste lezioni è una emozione fortissima. La professoressa Di Fiore insieme alle associazioni di operatori e genitori li ha raccolti in quattro libri, per divulgare e sensibilizzare. Sono un incredibile inno alla vita, anche se alcuni dei piccoli protagonisti – i “ragazzi con la bandana” – non hanno fatto in tempo a leggerli.

Domenico Liguori, Istituto Scolastico Stefano Patrizi di Cariati, Cosenza

Insomma: avercelo avuto uno che ti spiega la fisica così… Battuta colta al volo da una ragazza in platea durante la premiazione. In effetti studentesse e studenti del prof Liguori dal 2018 sono coinvolti nel progetto MoCRiS: hanno partecipato alla progettazione e alla realizzazione di una sonda, hanno studiato i principi teorici della fisica e delle tecnologie aereospaziali, nonché collaborato nella fase del lancio del pallone aerostatico che ha portato la sonda alla stratosferica quota di 34.111 metri. Prima hanno visto applicate le nozioni di fisica necessarie per costruirla e farla volare, poi hanno contribuito a divulgare le meravigliose foto dalla sonda, ora seguono tutta la gestione dei dati che continuano ad arrivare.

Teresa Amodeo, Istituto Professionale per i servizi socio sanitari, Polla (Salerno)

C’era bisogno di prendere di petto il problema dell’integrazione. Nell’Istituto di Polla lo hanno fatto. Dunque, si può fare. E molti dei ragazzi coinvolti hanno parlato più della loro prof (“la nostra salvatrice”) che del progetto in sé. L’obiettivo principale era quello di promuovere l’inclusione sociale dei migranti e al contempo sensibilizzare gli alunni sul fenomeno migratorio, sulle sue cause. Lo ha fatto con mille iniziative, ha fatto breccia negli studenti italiani e – insieme – ha la soddisfazione di vedere molti giovani migranti che si diplomano con successo.

Raffaella Vittori, Liceo delle Scienze Sociali Francesco Angeloni, Terni

E’ iniziato come un esperimento, condotto da un gruppo di docenti guidati dalla professoressa Vittori. Si trattava di affrontare il rapporto con alcuni studenti affetti da autismo, e lo hanno fatto trasformando un problema in una grande risorsa, sviluppando un lungo percorso e utile ai ragazzi autistici per integrarsi e agli altri studenti per capire meglio come comportarsi con loro. Al di là di molte parole il risultato è esplicito: “Gli alunni con autismo per il prossimo anno scolastico sono in aumento e i Licei Angeloni si confermano come scuola inclusiva e sono ormai un punto di riferimento importante per l’informazione e la formazione per quel che riguarda le persone con spettro autistico e con disabilità. I progetti che hanno interessato negli ultimi 4 anni circa 1000 alunni, 100 docenti,10 collaboratori scolastici, 50 genitori”.

Grazia Nobili, Scuola Primaria Gianni Rodari, Rimini

Quando la scuola ha il coraggio di dare risposte. La professoressa Nobili, insieme a esperti e genitori, ha messo a punto un progetto che per gradi e con poesia e delicatezza è in grado di parlare della sessualità con i bambini. Sin dal titolo: “Cosa mi sta succedendo?” che riassume tutte le domande che si affacciano alla mente di un bambino. “La sessualità partecipa in modo rilevante alla costruzione della nostra identità personale e sociale. Bisogna mostrare la strada. Condurli verso la chiarezza, volendosi bene e riconoscendosi. Sarà un racconto costruito con loro. Basato sull’immaginazione, esperienze, giochi di ruolo, metafore, disegni e parole”. La professoressa presenta così il complesso percorso che ha organizzato nella sua scuola.