Home Archivio storico 1998-2013 Riforme L’agricoltura assorbe il +4% dei giovani occupati

L’agricoltura assorbe il +4% dei giovani occupati

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L’incremento del 4,2 per cento delle imprese condotte da giovani è stata rappresentata al Forum Coldiretti di Cernobbio, che ha diffuso i dati dell’indagine Coldiretti/Swg.
Si è visto infatti che la metà dei giovani tra i 18 e i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23 per cento) o lavorare in una multinazionale (19), mentre in generale tra tutti gli italiani ben il 28 per cento scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore, perchè garantisce una vita più sana secondo un cittadino su due e assicura più libertà e autonomia (17).
Una inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli istituti agrari che hanno aumentato dell’11 per cento il proprio peso percentuale sul totale di iscritti, mentre sono scesi quelli dei Licei (dati 2012 del Miur). Dall’indagine Coldiretti/Swg svolta su giovani agricoltori sotto i 30 anni emerge che il 36,5 per cento ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56 media (scuole superiori) e il 6,5 bassa (scuole medie). Una ripresa che non si era mai verificata prima e che è stata favorita non solo dalle caratteristiche anticicliche del settore in tempi di crisi, ma soprattutto dall’allargamento dei confini dell’attività agricola che, grazie alla Legge di Orientamento fortemente sostenuta dalla Coldiretti, ha di fatto rivoluzionato l’attività d’impresa nelle campagne italiane aprendo nuove opportunità occupazionali: trasformazione dei prodotti, vendita in azienda o nei mercati, fornitura di servizi alla pubblica amministrazione come la cura del verde pubblico. Per non parlare della produzione e vendita della birra ottenuta dalla coltivazione di orzo in azienda o del pane dal grano, ma anche dei prodotti cosmetici a base di vino, olio o latte di asina.
E, ancora, delle fattorie didattiche convenzionate con le scuole e degli agriasili e agriospizi.
“Oggi, il settore agricolo si e’ rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente, ma si e’ impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini. “Il modello delle economie di scala e le leggi del Pil e della finanza – ha concluso – da sole stanno impoverendo le nostre famiglie e i nostri territori spingendo a produrre al minor costo senza tenere in alcuna considerazione il prezzo sociale, ambientale ed etico”.