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L’appello del rettore di Palermo: niente tagli agli atenei siciliani

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Un vero e proprio appello per scongiurare l’annunciato taglio degli interventi regionali a favore del sistema universitario: a formularlo, il 7 gennaio, è stato il rettore dell’Università di Palermo, Roberto Lagalla, presidente pro-tempore del Comitato regionale universitario della Sicilia, a nome di tutti e quattro gli atenei dell’Isola. I destinatari sono il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, gli assessori all’Istruzione e all’Economia, Mario Centorrino e Gaetano Armao, e i componenti delle Commissioni Bilancio e Cultura, formazione e lavoro dell’Ars. “La Regione – ha spiegato il rettore dell’ateneo palermitano – torni indietro sull’annunciata volontà di decurtare i finanziamenti a sostegno delle Università siciliane”.
Ma Lagalla si è rivolto anche le massime istituzioni che decidono le sorti e i finanziamenti dell’Università a livello nazionale. E’ di questi giorni la notizia che il governo regionale avrebbe deciso di ridurre, a causa dello stato di crisi, le risorse destinate dal bilancio di previsione 2011 al sistema universitario della Sicilia, mentre nel 2010 sono stati confermati i trasferimenti ordinari e destinati alle Università statali siciliane altri 15 milioni di euro per interventi di infrastrutturazione e potenziamento tecnologico. “Quantunque non sufficienti a sopperire al drastico e drammatico taglio dei trasferimenti ministeriali, fortemente penalizzante soprattutto per gli atenei del Mezzogiorno d’Italia, queste risorse – ha spiegato il rettore – hanno comunque consentito il soddisfacimento di alcune specifiche e prioritarie esigenze che l’annunciata contrazione, programmata per il 2011, pregiudicherebbe irreversibilmente. A nome delle Università operanti nella Regione – conclude Lagalla – rivolgo perciò al Governo e ai parlamentari regionali un appello a riconsiderare la loro decisione”.
Considerando i tagli agli atenei previsti nel prossimo biennio appare improbabile che la richiesta possa trovare accoglimento: al massimo, il rettore può sperare in una riduzione delle economie già prefissate.