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L’impegno di Bersani: formazione per tutti i prof, nuovo reclutamento, GaE da svuotare e organico funzionale

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Con l’avvicinarsi delle elezioni, le necessità della scuola pubblica diventano sempre più presenti nelle agende degli schieramenti politici. Come quella del candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani, che in una lettera pubblicata l’11 febbraio dal quotidiano ‘Repubblica’, spiega ai lettori il piano del suo partito per ‘rifondare la scuola pubblica’.
“In questi giorni – esordisce Bersani – si parla molto di fisco ma troppo poco di lavoro, sanità, scuola. Se saremo chiamati a governare, restituire all’istruzione le risorse, la stabilità e la fiducia sarà il cuore del programma”.
Dopo aver scritto che “per fermare il declino è necessario rilanciare la formazione“, il  leader del Pd sostiene che se dovesse essere eletto per guidare il Paese è sua intenzione dover “investire in istruzione e diritto allo studio larga parte delle risorse rese disponibili dalla lotta all’evasione fiscale e alla corruzione per riportare gradualmente l’investimento al livello dell’Ocse“.
Se toccherà a noi governare – continua Bersani – ci impegniamo ad affrontare le emergenze“, assicura Bersani, “anzitutto la sicurezza delle scuole“, ma anche la dispersione scolastica e il precariato.
L’attuale segretario del Partito Democratico si lascia quindi andare ad una promessa davvero impegnativa: aggiornare le competenze di almeno 600mila insegnanti. Nel programma del centrosinistra, sottolinea Bersani, è previsto un programma di “formazione offerta ai docenti in servizio per rinnovare la didattica, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno, rilancio della formazione tecnica e professionale“. Il progetto prevede, inoltre, “un nuovo sistema di formazione e reclutamento degli insegnanti“, non chiarendo però se si intende proseguire sul solco tracciato dall’attuale ministro Profumo.
In ogni caso, le priorità sembrano essere il nuovo reclutamento e l’annullamento del precariato. “Quello che serve – conclude Bersani – è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per eliminare la precarietà dalla scuola e offrire la continuità didattica agli studenti, bisogna definire un sistema che leghi la formazione iniziale al reclutamento e sappia selezionare i migliori laureati ad accedere come docenti attraverso numeri programmati per dare una dotazione di personale stabile in ogni istituto“.
Per gli addetti ai lavori, l’ultima promessa di Bersani rappresenta l’introduzione di quell’organico funzionale, di durata pluriennale, da tanti annunciato, supportato da tempo anche dalla normativa, ma che nessuno è riuscito ad introdurre. Soprattutto per la solita cronica mancanza di fondi. Attuarlo significherebbe, quindi, tornare a puntare sulla scuola attraverso adeguati finanziamenti. E l’impegno, in tempi di magra come quelli che stiamo vivendo, appare veramente significativo. Non tanto prenderlo, visto che in campagna elettorale sembra valere tutto. Quanto e soprattutto sarà difficoltoso mantenerlo.