Home Archivio storico 1998-2013 Generico La cattiva qualità dell’aria in aula favorisce allergie e bassi rendimenti scolastici

La cattiva qualità dell’aria in aula favorisce allergie e bassi rendimenti scolastici

CONDIVIDI
La cattiva qualità dell’aria respirata in molti istituti scolastici è responsabile dell’aumento di allergie e asma fra la popolazione degli studenti, con conseguenze negative non solo sulla salute ma anche sul rendimento scolastico. L’allarme giunge da Federasma, la Federazione nazionale che si occupa delle malattie legate all’asma bronchiale, dopo aver esaminato alcune recenti ricerche nazionali e internazionali (Sidra2 e Isaya2), secondo cui parte delle aule scolastiche “costituiscono spesso dei veri e propri catalizzatori e acceleratori per alcune patologie, prime fra tutte le forme asmatiche e allergiche dell’età infantile e adolescenziale”.
In Italia quello delle allergie, con malesseri che si tramutano in riniti, congiuntiviti, dermatiti ed asma, è un fenomeno in espansione che per alcuni esperti avrebbe dovuto quasi far gridare all’epidemia: le allergie, esplose negli ultimi anni anche a causa del cattivo stato dell’aria, soprattutto nei grandi centri urbani, si sono ampliate al punto da rappresentare ormai la terza causa di malattia cronica nazionale, interessando circa 10 milioni di persone, di cui il 20% negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. In particolare, l’asma è giunto a rappresentare la seconda causa di mortalità nel nostro Paese coinvolgendo oltre 3 milioni di persone, di cui circa il 10% in giovane età.
La scarsa qualità negli ambienti chiusi, tra cui la scuola, non può quindi che aggravare la situazione. Si tratta, tuttavia, di una tendenza che riguarda solo i confini nazionali. Risultano in tal senso assai significativi i risultati ottenuti da una ricerca condotta in Danimarca fra il 2003 e il 2005, secondo cui l’asma sia spesso derivante dalla cosiddetta “sindrome dell’edificio malato”, con conseguenti malesseri tipici come mal di testa, vertigini, nausee, stato di sonnolenza, svogliatezza e perdita di attenzione. L’aria analizzata nelle scuole danesi è infatti risultata spesso peggiore di quella esterna, con pesanti effetti anche sui rendimenti scolastici: è significativo che, sempre secondo i dati della ricerca, raddoppiando i volumi dell’aria rinnovata, anche la lettura e l’apprendimento registravano risultati migliori in maniera proporzionale.