Home Archivio storico 1998-2013 Estero La contestazione rischia di prendere una brutta piega: minacce al prof Israel

La contestazione rischia di prendere una brutta piega: minacce al prof Israel

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Sale lo stato di tensione per lo stato di disoccupazione che si apprestano a vivere diverse migliaia di precari della scuola: il primo giorno di scuola, in 12 regioni su 21, è stato caratterizzato da un crescere di proteste contro i tagli agli organici decisi dal Governo.
Mentre il ministro Gelmini dall’istituto di pena minorile dell’isola di Nisida, raggiunto via mare aggirando il blocco dei manifestanti,  rassicurava il personale della scuola (“esiste un disagio reale. Però non è un disagio istituito dal governo di centrodestra ma è nato 20-30 anni fa” ed entro un anno “inserirò il tetto del 30% di alunni stranieri per classe“) prevedendo di assumere entro i prossimi cinque anni, grazie ai pensionamenti, tutti gli attuali precari, dall’altra le contestazioni si sono allargate a macchia d’olio.
Già a due passi dalla conferenza-premiazione tenuta dal ministro (tornato ancora una volta a bacchettare i “docenti che fanno politica a scuola”) c’erano forti proteste: precari, genitori, alunni e disabili chiedevano di incontrare il ministro per spiegarle i motivi della contestazione. “Vogliamo sottolineare la scorrettezza del ministro che ha eluso il confronto con noi – gridava una docente – perché esiste un disparità tra i precari del Nord e i precari del Sud: il ministro questo deve saperlo e non continuare a dire che si sta lavorando per il Sud“.
Ed in diverse città d’Italia si sono ripetute le proteste dei giorni scorsi: a Palermo, ad Ancona, a Milano (davanti lo storico liceo Parini), a Sassari, a Cagliari (dove l’Usp è occupato dal 3 settembre), solo per citarne alcuni. Ma come annunciato il clou delle proteste si è avuto a Roma: mentre a piazza San Marco sfilavano gli esponenti della Gilda degli insegnanti, davanti al Miur si sono avvicendati i rappresentanti della Flc-Cgil e dell’Onda studentesca (a proposito l’Uds ha annunciato una manifestazione nazionale anti-Gelmini per il 9 ottobre).
Ed intanto, sempre a viale Trastevere, il “Coordinamento nazionale dei precari” confermava il presidio di protesta fino ad almeno il 3 ottobre (quando si svolgerà la manifestazione nazionale). “Prima di tutto chiediamo le dimissioni del ministro Gelmini – ha spiegato Daniela, precaria 33enne – chiediamo che siano ritirati i tagli e diciamo no a questi contratti così detti di disponibilità che sono solo di assistenzialismo e moltiplicano i precari“. Nel pomeriggio i Cobas hanno svolto un’ulteriore manifestazione-dibattito, sempre davanti al Miur, confermando lo stato di mobilitazione e lo sciopero del 23 ottobre.
Ma l’elemento che stavolta ha fatto alzare decisamente i toni della contesa non è arrivato dalla piazza: a scatenarlo è stato la denuncia del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che ha voluto mettere in guardia l’opinione pubblica da un possibile revival della “follia del terorismo ideologico” con riferimento a “messaggi deliranti” all’indirizzo di collaboratori del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, in particolare del professor Israel, autori delle riforme scolastiche.
Ci appare doveroso evidenziare – ha detto Sacconi – come nell’ambito di un forum online su un sito di informazione siano apparsi messaggi deliranti che paragonano i provvedimenti del ministro Gelmini alla legge Biagi in quanto tutti fonte di precarizzazione. In particolare l’indicazione del professor Giorgio Israel – al quale va tutta la nostra solidarietà – quale consigliere-ispiratore delle riforme delle attività educative conduce ad uno specifico paragone con Marco Biagi con una sorta di implicita minaccia“.
Le parole sono pietre e possono ancora una volta determinare il clima nel quale – ha continuato il Ministro – qualcuno può rinnovare la follia del lungo terrorismo ideologico italiano. Ciò significa non abbassare la guardia e pretendere che anche la polemica più aspra rispetti le persone e sia contenuta nei termini di un confronto civile.
Immediata la solidarietà al professore Israel, a cui è affidato il progetto di riforma della formazione dei docenti, da parte del ministro Gelmini: “è inaccettabile – ha dichiarato – che una persona che ha contribuito con il suo impegno e con la sua onestà intellettuale alla riforma della formazione iniziale degli insegnanti debba temere ora per la sua incolumità. Il prof. Israel sta lavorando alla riforma della scuola mettendo a disposizione del Paese il suo impegno e le sue idee“.